C’è una Italia che di fronte alle drammatiche conseguenze della crisi economica ha deciso di rimboccarsi le maniche, di produrre idee e innovare. E’ l’Italia delle startup – le imprese con grande potenzialità di sviluppo che operano soprattutto nell’industria tecnologica e scientifica – e dei venture capitalist, gli investitori che decidono di finanziare attraverso capitali di rischio queste imprese. A loro è dedicato “Building the vision”, un incontro nato con lo scopo di stimolare idee per fare impresa, in programma il 5 novembre al Teatro Eliseo di Roma.

Anche se i due termini start up si erano affacciati nel mondo dell’economia italiana già all’inizio dello scorso decennio, è negli ultimi due anni che si è tornato a parlare con una certa insistenza di startup e venture capital, forse anche a causa della necessità, sempre più stringente, di creare posti di lavoro. Sono già diverse le imprese italiane che nel giro di poco tempo sono riuscite ad affermarsi, anche all’estero.

Per esempio, Chiara Russo, un ingegnere informatico di 32 anni, insieme a Mara Marzocchi ha fondato Codemotion,  il più grande evento aperto a tutte le tecnologie in Italia e in Spagna. Nel giro di pochi mesi  Codemotion è diventato una vera e proprio una startup che, oltre ad organizzare eventi, propone  corsi professionali di formazione tecnica. “L’ottimo fatturato di Codemotion è l’esempio che anche in Italia si può fare impresa. Bisogna crederci, tirare fuori grinta determinazione, passione, e anche se non siamo in Silicon Valley i risultati si possono ottenere”, ha affermato la giovane imprenditrice, aggiungendo anche che nel futuro spera  di “organizzare nuove tappe in Italia e in località come Instabul, Tel Aviv e Varsavia”.

Il successo di Codemotion è sicuramente legato a LVenture, una delle poche holding di venture capital al mondo quotate in Borsa, che ha deciso di investire sull’iniziativa. “Se si fa impresa in Italia vuol dire che si ha un forte attaccamento, una sorta di romanticismo: nel corso degli anni, attraverso una serie di norme, sono stati introdotti ostacoli per creare problemi al fare impresa  – ha spiegato Luigi Capello, fondatore di LVenture Group – Tuttavia stiamo cercando col nostro marchio Luiss-Enlabs, una sorta di acceleratore per startup, di costruire uno dei principali centri internazionali di creazione di imprese  che possano competere a livello internazionale creando lavoro e sviluppo.”

Il mondo delle startup, fra le altre cose, ha il merito di dimostrare che i giovani italiani non sono né sfigati,  né choosy, e né fannulloni, e che, quando ricevono fiducia, sono capaci di costruire imprese innovative e di successo. Gianluca Dettori, fondatore di “dpixel” – una  società di venture capital tecnologico, che si occupa di individuare, selezionare, finanziare ed accompagnare nella loro crescita imprese del settore Internet – spiega: “Sono fiducioso, prevalentemente perché incontro migliaia di giovani di grandissimo valore e talento in giro per l’Italia. Inoltre il governo precedente ha impostato un set di norme che ci pongono all’avanguardia in questo settore, e il governo attuale ha dimostrato di voler proseguire su questa policy”.

Sono queste  le tematiche e le storie che animeranno “Building the vision”. Tra gli ospiti Steve Ballmer, Ceo di Microsoft, e Paolo Borella,  direttore di AppCampus, il programma di accelerazione per applicazioni mobili fondato da Nokia e Microsoft. “Dobbiamo dare la possibilità ai più giovani di fare impresa innovativa, altrimenti il nostro paese andrà incontro al declino, ha detto Massimiliano Colella, direttore generale di Asset-Camera, l’ente che organizza l’evento. Non bisogna continuare a sostenere settori già maturi, ma bisogna credere nei ragazzi che fanno innovazione: sono loro il futuro del paese, e del mondo.”. Per partecipare a “Building the vision” è necessario registrarsi  attraverso il sito World Wide Roma.

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