“Guardare video per adulti online fa male a te ed al tuo computer”. Esordisce così l’ultimo spot televisivo di Sky Hot Club, il canale on demand per adulti accessibile attraverso la popolare piattaforma satellitare. L’audio è accompagnato da una grafica semplice ma eloquente che ritrae un utente seduto davanti ad un pc che viene investito da un’esplosione del monitor.

Un esordio che fa pensare ad una sorta di “pubblicità progresso” del genere di quelle contro la dipendenza dalla droga o la guida in stato di ebrezza. Ma si tratta di una sensazione che dura solo una manciata di secondi. “Guarda Sky Hot club, i contenuti per adulti guardali in TV” aggiunge, infatti, immediatamente un’altra voce accompagnata da immagini e brand che raccontano del porno-canale di Sky.

E’ questo il reale obiettivo dello spot: dissuadere gli utenti dalla fruizione dei contenuti per adulti disponibili – normalmente su base gratuita – online per invitarli ad approfittare dell’offerta a pagamento degli stessi contenuti disponibile su Sky.

Ma chi l’ha detto che guardare contenuti pornografici online nuoce alla salute delle persone e dei computer? E soprattutto chi l’ha detto che fruire degli stessi contenuti attraverso la piattaforma satellitare Sky, invece, faccia bene alla salute o, comunque, non sia nocivo per persone e televisore?

La realtà – credo facilmente dimostrabile su base scientifica se mai valesse la pena di investire anche un solo euro in questa direzione – è, naturalmente, che la fruizione dei contenuti in questione non produce né esplosioni di pc, né gravi patologie per le persone o, se qualcosa produce, lo produce nella stessa identica misura tanto che se ne fruisca online quanto che se ne fruisca via satellite.

L’unica reale differenza è che, naturalmente, la fruizione dei contenuti trasmessi su Sky hot club, a differenza di quelli fruiti gratuitamente online fa bene al portafoglio di Sky e, forse, a quello dell’industria audiovisiva del porno.

Quella di Sky è una pubblicità brutta, illecita – non si possono rappresentare al consumatore  conseguenze false del consumo di un determinato prodotto per indurlo a consumare il proprio – e diseducativa in un Paese flagellato dalla piaga dell’analfabetismo informatico.

E’ un autentico attentato al futuro ed alla diffusione dell’uso di internet in Italia raccontare ai cittadini, contrariamente al vero, che l’online è più pericoloso della televisione.

E guai a lasciarsi ingannare dal fatto che si tratta “solo” di porno o a lasciarsi imbarazzare dall’argomento. Il principio non cambia. Domani Sky – o un qualsiasi altro editore – potrebbero raccontarci che informarsi online gratuitamente è pericoloso mentre farlo sui giornali di carta o in Tv è salutare ed importante.

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato e quella delle comunicazioni dovrebbero immediatamente intervenire ed inibire a Sky la diffusione dello spot o, meglio ancora, quest’ultima, dovrebbe ammettere l’errore e ritirarlo spontaneamente.

Vendere contenuti per adulti on demand è naturalmente lecito ed altrettanto lecito è promuoverli ma non lo si può fare attraverso messaggi promozionali falsi e fuorvianti.

 

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