I britannici fanno bene a essere arrabbiati, ha fatto intendere l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, massima autorità, dopo la regina, della Chiesa anglicana. “La loro rabbia è comprensibile”. Al centro del contendere da giorni, soprattutto sul versante politico, la nuova ondata di aumenti da parte delle “Big Six”, le sei grandi compagnie energetiche del Regno Unito. Aumenti anche del 10% per l’elettricità e di quasi il 9% per il gas da parte di British Gas, mentre Scottish and Southern Electricity si “accontenterà” di un 8% in più. Così ora anche la Chiesa anglicana è intervenuta, con un’intervista rilasciata da Welby al giornale domenicale Mail on Sunday, una mossa che ha sorpreso l’opinione pubblica britannica quasi come se Papa Francesco avesse avuto da ridire sulle tariffe telefoniche.

Ma qui c’è una differenza, come detto da Welby: “Se ne approfittano perché sanno che la gente non può fare a meno di fornirsi da loro. Non è infatti un normale prodotto di consumo davanti al quale, se il prezzo è eccessivo, possiamo girare le spalle e andare via. Per questo le compagnie energetiche dovrebbero agire con più coscienza e rispettare le loro obbligazioni sociali”. Una chiamata ad “agire moralmente invece che massimizzare il profitto”, da parte di un uomo, Welby, che, ironia della sorte, ha un passato da manager in una compagnia petrolifera. “Ma sono anche stato un umile prete e so bene l’ansia provocata da un basso stipendio e da bollette sempre più alte”.

I calcoli, del resto, sono impietosi. A seguito degli aumenti, si parla di 125 sterline in più all’anno per ogni nucleo famigliare, almeno otto milioni di consumatori saranno interessati dall’impennata delle tariffe. In un Paese dove – come riportano periodicamente le inchieste giornalistiche – già molti sono messi di fronte alla scelta “Heat or eat?”, cioè scaldarsi o mangiare, si spera ora che la presa di posizione della Chiesa anglicana possa porre un freno alla fame di profitti delle compagnie energetiche. “Personalmente – ha aggiunto Welby – posso ben capire la rabbia della gente e il fatto che le persone ritengano questi aumenti inspiegabili”.

Intanto, chiaramente, sulla vicenda si è anche scontrata la politica. Alcuni ministri del governo di coalizione fra conservatori e liberaldemocratici, nei giorni scorsi, hanno rivelato di indossare un maglione anche in casa, per non esagerare con il riscaldamento e avere bollette più snelle. Una mossa politica, sicuramente, con il primo ministro David Cameron che si è affrettato a consigliare ai suoi connazionali di cercare la compagnia più economica per il loro bisogno e di procedere allo “switch”, il cambio di fornitore, nel caso di prezzi ritenuti vessatori. Il Labour è andato più in là, con il leader Ed Miliband che allo scorso congresso, qualche settimana fa, ha promesso, se eletto nel 2015 alle elezioni politiche, di congelare per venti mesi le tariffe. Una mossa però ritenuta dai conservatori come propagandistica. Così, mentre il fronte della politica si scalda, molti britannici questo inverno dovranno sicuramente tenere il riscaldamento al minimo, rischiando di soffrire per il freddo.

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