Poteva essere il primo caso in Italia in cui a un cittadino solerte viene pagata una taglia. E invece niente, almeno non per il momento. Resta ancora a bocca asciutta chiunque abbia contribuito alla cattura di Alex Maggio, il disoccupato di 32 anni che lo scorso 3 agosto uccise Maria Grazia Granomelli, gioielliera a Saronno, nel Varesotto, e sul quale era stata messa una taglia di 50mila euro.

Era il 29 agosto scorso quando Maggio fu assicurato alla giustizia, fermato nella sua casa di Bollate, nel milanese. In quell’occasione, nella cronaca apparsa su tutti i giornali, si parlò della testimonianza decisiva di un cittadino; cosa che fece supporre l’immediata liquidazione della somma promessa. Chi l’aveva messa a disposizione – un imprenditore varesotto del settore dei ‘compro oro’, Mirko Rosa – s’era affrettato a dichiarare: “Siamo pronti a consegnare la ricompensa”. Ma, per il momento, l’attesa continua.

Stefano Colombetti è il legale che rappresenta Rosa e che coordina una specie di “comitato tecnico” per l’assegnazione della taglia. In sostanza dovrà vagliare le testimonianze e capire se ce n’è qualcuna che davvero si possa considerare decisiva per la cattura di Maggio. Cosa che evidentemente non risulta affatto scontata.

“Voglio ribadire l’assoluta volontà del mio assistito a pagare quanto promesso” esordisce Colombetti che poi aggiunge: “Il fatto è che in Italia, in materia, esiste il più totale vuoto normativo. Abbiamo così deciso di adottare una linea del ‘buon senso’, prendendoci tutto il tempo necessario per capire, dalle carte giudiziarie, come si sono svolte le indagini e attraverso quali contributi esterni sono avanzate. Il fatto è che la procura sta rilasciando informazioni molto lentamente. Le indagini, infatti, sono ancora in corso, protette dal segreto istruttorio”.

Spiega il legale che bisogna escludere la circostanza che gli inquirenti abbiano fatto tutto in piena autonomia. Ma chi rivendica la propria ricompensa non manca. Anzi, in diversi stanno “bussando” alla porta di Colombetti per pretendere il pagamento della taglia. “Ho ricevuto tre mail – riferisce – da colleghi in rappresentanza di altrettanti testimoni che considerano la loro ‘positiva’ delazione elemento decisivo per l’individuazione di Maggio. Questo però lo stabiliremo noi e stiamo vagliando ogni elemento”.

Mirko Rosa conferma intanto che i 50mila euro sono già a disposizione su un conto bancario. La sua iniziativa ha fatto discutere nel Varesotto, anche per via di una campagna promozionale “aggressiva”. Per esempio, gli otto camion-vela pubblicitari con esposti i fotogrammi che immortalavano l’assassino dentro la gioielleria, appena commesso l’omicidio, non furono ammessi al transito nel comune dove avvenne la rapina, Saronno. Rosa criticò questa scelta dell’amministrazione, chiedendo addirittura le dimissioni del sindaco. Non è la prima volta che Rosa attira l’attenzione sulla sua attività sfruttando e commentando episodi di cronaca eclatanti. Sempre col sistema dei furgoncini promozionali, la scorsa primavera, aveva fatto circolare il suo marchio sotto la scritta: “Clandestino uccide 3 italiani a picconate. Pena di morte subito!” riferendosi alla strage dell’11 maggio scorso compiuta dal gahnese Adam Kabobo, a Milano Niguarda. 

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