Renato Brunetta torna a minacciare il governo. Legge di stabilità e decadenza di Silvio Berlusconi, questi i nodi irrisolti che secondo il capogruppo del Pdl alla Camera potrebbero portare alle elezioni anticipate. Con una novità, già annunciata altre volte e poi smentita dall’interessata: la discesa in campo di Marina. Perché il Cavaliere apre alla leadership della figlia: “Possiamo candidarla”, ha detto ai suoi fedelissimi venerdì sera al termine dell’ufficio di presidenza che ha deciso la cancellazione del Pdl e il passaggio a Forza Italia. “Se glielo chiedessimo tutti, nonostante le sue riserve, forse a questo punto accetterebbe”, ha aggiunto secondo un retroscena raccontato da Repubblica

Questa potrebbe quindi essere la mossa del Cavaliere una volta che il Senato avrà votato la sua decadenza. Lanciare nella corsa alla premiership l’attuale presidente Fininvest e Mondadori. Una soluzione, quella di legare il futuro del centrodestra alla dinastia Berlusconi, che piace a molti falchi, come Denis Verdini, Daniela Santanchè e Sandro Bondi. Ma suscita diversi dubbi in Gianni Letta e Fedele Confalonieri, preoccupato per la stabilità delle aziende. E qualche dubbio viene anche da Brunetta, che in un intervista al Corriere della Sera sostiene: “Non ci sono subordinate a Silvio Berlusconi”. E minaccia: “O Letta e il Pd cambiano profondamente la legge di stabilità ed evitano la decadenza di Berlusconi, o le larghe intese sono finite, e si va a votare”. In ogni caso Brunetta è fiducioso sulla tenuta del partito (“credo che alla fine prevarrà l’amore verso Berlusconi e il rispetto verso i nostri elettori”) e sostiene che a portare il Paese a elezioni anticipate non sarà il Pdl, bensì Matteo Renzi, il quale è “superficiale e ondivago, ma non sciocco, e sa che per reggere quella gabbia di matti che è diventato il Pd, per tenere insieme Civati e D’Alema, Cuperlo e la Puppato, l’unico modo è andare a votare subito”.

La candidatura di Marina, nel caso il destino sia davvero quello di un voto anticipato, potrebbe essere annunciata l’8 dicembre, nella giornata del Consiglio nazionale del Pdl che voterà sulla decisione presa dall’ufficio di presidenza di far rinascere Forza Italia. Una giornata cruciale dal punto di vista politico, visto che ci saranno anche le primarie del Pd. E intanto è già iniziata la raccolta di firme dei componenti del consiglio nazionale, perché la decisione di cancellare il Pdl va ratificata col voto favorevole dei due terzi dei delegati. Da una parte i falchi. Dall’altra i filo governativi, con Angelino Alfano che per il momento preferisce un atteggiamento attendista sulle ipotesi di scissione.

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