E’ partita da San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, la maratona di assemblee che porteranno alla fusione tra Unipol assicurazioni e FonSai con la nascita di UnipolSai, il secondo gruppo assicurativo italiano. Carlo Cimbri, l’amministratore delegato del colosso delle coop rosse, all’uscita dalla riunione ha evitato le domande de ilfattoquotidiano.it sul ritiro della pubblicità da parte del suo gruppo dopo le inchieste giornalistiche da parte del nostro giornale. “Hai tolto la pubblicità al Fatto Quotidiano? Cattivo sei stato…”, scherza con il suo assistente senza replicare alla domanda che voleva essere un invito al chiarimento per i quasi 6 milioni di soci coop che partecipano all’azionariato del guppo bolognese. Ma in assemblea alcuni piccoli azionisti FonSai hanno espresso tutta la loro preoccupazione per le notizie che stanno venendo a galla in questi giorni. “Questa fusione aveva bisogno di una maggior riflessione, soprattutto se quello che scrivete voi sulle indagini riguardanti la valutazione del concambio risponde a verità”, spiega Domenico Bacci, rappresentante di milioni di azioni di Fondiaria Sai e della ex controllante Premafin. “Sono qui per trovare il modo di fargli tirar fuori i soldi che hanno rubato agli azionisti”, dice invece Dario Radaelli, il commercialista che è intervenuto più volte in assemblea per conto dell’associazione Azionisti Attivi. Infine una riflessione di un’altra azionista, Graziella Felappi apre un’altra questione: “Bisognerebbe capire se queste coop possono raccogliere i soldi dei loro soci per le operazioni di Borsa, invece che usarli per le attività della cooperazione”  di David Marceddu

 

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