Non c’è solo Saviano, a denunciare le infiltrazioni mafiose nelle nostre città; sono molte le persone che prendono la parola contro il degrado umano e politico della nostra vita comunitaria, facendo nomi e cognomi, a costo di mettere in gioco la propria sicurezza. Oggi Sette del “Corriere della Sera” pubblica la storia dei sindaci di quattro città lombarde – Oggiono, Pioltello, Lecco e Corsico – che hanno ricevuto serie intimidazioni per aver preso provvedimenti contro un affondo della malavita organizzata che sta rendendo la Lombardia un territorio di frontiera. Ma ci sono anche “semplici” cittadini che, fuori dalle cariche pubbliche, nutrono l’orgoglio di un dovere civico, senza essere protetti da nessuno e, anzi, quasi trasparenti alle istituzioni e ai media.

Un po’ per caso, un paio di giorni fa ho conosciuto Giovanni Giovannetti, editore, fotografo e blogger. Ha aperto una grande borsa e mi ha regalato un suo libro, scritto con Carla Benedetti, sulla morte di Pasolini: un assassinio troppo frettolosamente ricostruito come un noir omosessuale, ma molto più verosimilmente legato – argomentano i due autori – a quell’implacabile denuncia della P2 e del nuovo potere finanziario che Pasolini stava sostanziando nel suo ultimo romanzo rimasto incompiuto, Petrolio.

Il librino che mi regala Giovannetti è un po’ ammaccato, ha un lieve odore di fumo. “E’ perché hanno dato fuoco alla mia casa di Pavia”, spiega senza enfasi, appena una parentesi nel discorso, “l’acqua degli idranti ha un po’ gonfiato la carta”. Gli chiedo come è successo e lui, con un sorriso mite, in poche parole schive, mi dice che si è trattato di un incendio doloso, conseguenza di un altro suo libro, Comprati e venduti, in cui ha denunciato le rendite parassitarie della malavita organizzata pavese: appalti, mazzette, truffe legate alla rivalutazione di suoli agricoli resi edificabili.

All’inizio dell’anno, la ‘ndrangheta ha voluto mandargli un segnale non equivocabile, appiccando il fuoco al grande scantinato pieno di libri e materiale editoriale che sta sotto al suo appartamento. L’incendio non ha avuto conseguenze devastanti solo perché Giovanni non era in casa e i vicini, vedendo il fumo uscire dalle finestre, hanno chiamato i vigili urbani. Benché al momento viva necessariamente in un’altra città, Giovannetti continua il suo lavoro di denuncia sul blog direfarebaciare, convinto, come il consigliere di Pavia Walter Veltri, al quale qualcuno ha “misteriosamente” fatto saltare l’automobile, che la difesa della legalità non possa essere appaltata a terzi, e che, “se non si è liberi di esprimere il proprio pensiero, se si deve temere di finire vittima di atti intimidatori, vuol dire che siamo a sovranità limitata”.

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