Nel segno dell’incredulità i tweet di commento al recente annuncio di Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che informava i followers sulla sua attività: “Il 18-20 ottobre pellegrinaggio dei politici sulla tomba di Tommaso Moro a Londra. Come dice il Papa la preghiera è il gesto più realistico”.

Amerberg è lapidario: “Ma di’ che te vai a vede’ il Chelsea, dai Mauri’ !”, mentre Lou Palanca è sì stringato, ma argomenta meglio: “Voi sulla tomba di More??!? Ma non mi fate ridere, lui ha pagato di persona, voi volete farla franca!!”. La mancanza di sobrietà preoccupa Coliandro: “non bastano 5 minuti a casa? la comodità della preghiera è anche questa, senza farsi il week end a londra in pompa magna” e RINASCITASUD esprime colorita ma giustificata preoccupazione: “Fino a che non riuscirete a tassare anche la preghiera, ma va da via e ciap…”. C’è poi il commento serio ed educato, appena velato di rimprovero, di Anna Veronelli, “temo che San Tommaso Moro, patrono dei politici e dei governanti, guardi con severa delusione alla nostra classe politica”, che viene prontamente esplicitato in termini più rudi da Gianluca Bergese: “Non le basta il pellegrinaggio quasi quotidiano all’unto di Arcore?”

Più benevoli, va detto, i commenti nel sito del ministro, dove Lupi, senza l’ossessione dei centoquaranta caratteri, ha potuto fornire ulteriori precisazioni: “Da questa sera con 120 persone, tra cui molti parlamentari di vari partiti, sono a Londra per un pellegrinaggio sui luoghi della vita e del martirio di san Tommaso Moro, il cancelliere inglese proclamato patrono dei governanti e dei politici da Giovanni Paolo II […] Da dieci anni a questa parte propongo (in forma privata!!!) un pellegrinaggio ai politici, ai loro collaboratori e a funzionari delle Camere, a cui partecipa anche il cappellano di Montecitorio, monsignor Lorenzo Leuzzi. Negli anni scorsi le mete sono state la Terra Santa, Lourdes, San Pietroburgo, Fatima, La Siria e la Giordania, Santiago di Compostela, il Monte Athos, la Turchia sulle orme dell’apostolo Paolo. Quest’anno la decisione di celebrare l’Anno della fede ricordando la figura di san Tommaso Moro, giudice e Cancelliere della Corte inglese morto martire per mano di Enrico VIII di cui era stato fedele servitore, ma al quale non aveva voluto consegnare la propria coscienza.”

E’ commovente questa devozione dei nostri parlamentari per un cattolico martire della propria coscienza di credente, sebbene, con il senno di oggi, preferiremmo che, per salvaguardare la coscienza, non fosse arrivato al punto di rinunciare alla propria testa e neppure, quand’era in vita, nella sua funzione di giudice, alle teste di alcuni riformatori. Altri tempi, certo, ma è comunque incoraggiante il fascino esercitato dall’integrità di Tommaso Moro su una comitiva di politici italiani comprendente alcuni dei 314 che votarono in Parlamento su Berlusconi e Ruby nipote di Mubarak.

Volendo approfondire, ci sono poi altri aspetti della personalità di Tommaso Moro al cui appeal il politico italiano medio non dovrebbe restare indifferente, soprattutto in epoca di tagli e modifiche alla Costituzione. La fiducia di Moro nel principio di legalità e il suo rispetto assoluto per la legge sono tratteggiati con maestria in un dramma di Robert Bolt del 1960,Un uomo per tutte le stagioni”.

Sono in scena, nella loro casa, Moro, la moglie, la figlia e il suo futuro marito. Sta per uscire di casa Richard Rich che, testimoniando il falso, determinerà la condanna di Moro. I parenti, che lo sospettano, implorano Moro di arrestarlo.

“Per quale motivo?” chiede Moro.
“E’ pericoloso!” grida la moglie,
“Per quel che ne sappiamo è una spia” rincara il futuro genero, mentre la figlia lo implora: “Padre, è un uomo malvagio!”.
“Contro questo non esiste alcuna legge” risponde imperturbabile Moro, ma il genero controbatte: “C’è la legge di Dio”. Al che Moro, sempre più imperturbabile: “Dunque, che sia Dio ad arrestarlo”.

La moglie, esasperata, vedendo svanire l’ultima speranza, avverte: “Mentre voi chiacchierate quello se n’è già andato” e Moro: “Ed è giusto così, finché non infrange la legge, fosse anche il Diavolo in persona”.

“Allora adesso daresti al Diavolo la protezione della legge!” lo provoca il genero, e Moro: “Sì! E tu cosa faresti? Abbatteresti le leggi come alberi di una foresta per fare una larga strada per inseguire il Diavolo?”. Il genero rilancia, convinto delle sue ragioni: “Sì, abbatterei tutte le leggi d’Inghilterra per farlo!”.

“Oh” risponde Tommaso Moro, il Lord Cancelliere, “e quando avessi abbattuto l’ultima delle leggi e il Diavolo si rivolgesse contro di te, dove troveresti riparo se tutte le leggi fossero cadute? Questo paese è fitto di leggi, da costa a costa, leggi dell’Uomo, non di Dio! E se le abbatti (e tu sei proprio l’uomo  capace di farlo), credi veramente di poter restare in piedi nel vento che allora soffierebbe? Sì, darei al Diavolo il beneficio della legge, nell’interesse della mia stessa salvezza!“.
Capito, cari rappresentanti del popolo? Ve lo dice il Santo Patrono: attenti a tagliare, nel vostro stesso interesse!
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