Cinque patteggiamenti, tra cui quello di Marina Grossi (moglie di Pierfrancesco Guarguaglini, ex presidente Finmeccanica), per gli imputati coinvolti in uno dei procedimenti scaturiti dall’inchiesta sui cosiddetti appalti Enav. Lo ha deciso il gup di Roma ratificando l’accordo già raggiunto nei mesi scorsi. Il filone riguarda in particolare due episodi di corruzione distinti ma accorpati nello stesso procedimento: il primo è quello legato ai 200mila euro che che l’imprenditore Tommaso Di Lernia, titolare della Print Sistem, avrebbe pagato il 2 febbraio 2010 all’allora segretario amministrativo dell’Udc, Giuseppe Naro; il secondo l’acquisto per 300mila euro di una casa in Egitto fatta dall’ex membro del Cda Enav, Ilario Floresta, in cambio dell’assegnazione di un lotto di lavori disposti dall’Ente.

Il gup Elvira Tamburelli ha dato quindi via libera alle condanne a un anno e due mesi per Marina Grossi, ex ad di Selex Si, a un anno per il commercialista Marco Iannilli, dominus di Arc Trade, a un anno e quattro mesi per Floresta, a un anno e tre mesi per Manlio Fiore, ex direttore commerciale di Selex e a due anni e quattro mesi per l’imprenditore Tommaso Di Lernia.

Stralciata la posizione per l’ex consulente di Finmeccanica, Lorenzo Cola, per il quale il processo è stato aggiornato al 23 gennaio prossimo. Gli imputati sono accusati di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. In particolare Grossi, Cola, Di Lernia e Fiore devono rispondere per la vicenda Naro. Quest’ultimo è stato già rinviato a giudizio con l’accusa di finanziamento illecito ad un singolo parlamentare. Per lui il processo è fissato per il prossimo 30 ottobre.

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