Man mano che si avvia verso la marijuana di Stato – cioè a divenire il primo Paese al mondo a legalizzare e a gestire produzione e vendita delle droghe leggere – l’Uruguay sta fissando le regole del nuovo mercato, compreso il prezzo. Ebbene, la cannabis, venduta esclusivamente nelle farmacie, costerà un dollaro a grammo, l’equivalente di 0,75 euro: molto meno di quanto previsto inizialmente e nella pratica lo stesso prezzo del mercato attuale, quello illegale, per le strade di Montevideo e nel resto del Paese.

L’annuncio è arrivato da Julio Calzada, segretario generale dell’Ufficio nazionale delle droghe (Jnd). E non si tratta di un dettaglio marginale, ma importante per dimostrare che il piccolo Paese sudamericano fa sul serio: non vuole ‘fare la cresta’ sul nuovo commercio, in mani pubbliche, e cercherà invece di sconfiggere chi si dedica illegalmente a questo tipo di traffico. All’inizio il governo (di sinistra, che è al potere ininterrottamente dal 2004, con il Frente amplio) prevedeva 2,5 dollari al grammo. “Ma alla fine abbiamo accertato – ha sottolineato Calzada al quotidiano uruguayano El Pais – che il prezzo della cannabis paraguayana, la più diffusa al momento, è di un dollaro al grammo. E quindi la marijuana prodotta sotto il controllo dello Stato costerà uguale”.

La differenza, secondo Calzada, è che “il mercato illegale comporta rischi e offre prodotti pessimi: noi, invece, daremo la possibilità di comprare una cannabis di buona qualità e in farmacia”. Intanto, mentre Calzada e i suoi collaboratori stanno preparando il terreno (da tutti i punti di vista) a questa mini-rivoluzione, il progetto di legge va avanti nel suo iter in Parlamento. E’ stato già approvato alla Camera dei deputati lo scorso 31 luglio con 50 voti favorevoli su 96 parlamentari. E’ ora all’esame del Senato “dove la legge dovrebbe essere adottata definitivamente entro due settimane”, secondo Calzada. Anche lì, in effetti, il Frente amplio può contare sulla maggioranza assoluta. E il progetto è all’origine l’idea del presidente José Mujica, ex guerrigliero, anziano (classe 1935) e carismatico. Anche se, va ricordato, secondo un recente sondaggio dell’istituto Cifra il 62% degli uruguayani (in genere molto positivi sul loro presidente) sono invece contrari alla nuova legge. Se il via libera del Senato arriverà, la commercializzazione inizierà nella seconda metà del 2014, perché, come indicato da Calzada “bisogna cominciare a coltivare e poi raccogliere, prima di vendere”.

Le regole previste, comunque, sono molto dettagliate e limitanti. Potranno comprare marijuana solo gli adulti, iscritti a un registro nazionale (ma non sarà reso pubblico). L’acquisto verrà limitato a 40 grammi al massimo al mese. Sarà consentita anche l’autoproduzione (non più di sei piante) e la costituzione di gruppi, veri e propri club, per coltivare (massimo 45 persone e non più di 99 piante). Da sottolineare: il consumo nel Paese è già autorizzato ma la pene previste ora per il commercio illegale saranno rese più dure. Il prezzo autorizzato corrisponde a un decimo della media stimata in Italia. Un grammo, secondo Calzada, permetterà di “farsi una sigaretta o due-tre più piccole”. Quella dell’Uruguay è una première a livello mondiale. Nel Colorado è autorizzata solo la coltivazione per uso personale (non più di sei piante, all’interno della casa). In Spagna la produzione è tollerata entro limiti molto stretti e senza scopo di lucro. Nei Paesi Bassi, anche se teoricamente illegale, la vendita e il consumo fino a cinque grammi di cannabis per persona sono tollerati dal 1976. Ma mai è stato messo in piedi un sistema così strutturato come quello previsto da Montevideo.

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