Il presidente del Consiglio Enrico Letta lo ammette: l’Italia è in ritardo sull’agenda digitale. In testa ai nodi da risolvere c’è l’alfabetizzazione digitale del Paese – ovvero la capacità degli italiani di utilizzare la rete – che segna un drammatico divario strutturale tra Nord e Sud” da ridurre “partendo dalle scuole”. Una situazione di arretratezza che “va assolutamente superata” e che si può “recuperare”. Il presidente del Consiglio interviene al Forum di Confindustria Digitale e sostiene che la marcia verso la digitalizzazione deve essere spedita in quanto è un passaggio “essenziale” per la crescita. Una posizione condivisa anche dal vice presidente della Commissione Ue e Commissario per l’Agenda Digitale Neelie Kroes che sottolinea le lacune delle nostre politiche digitali. L’Italia, dice, “deve iniziare a prendere Internet seriamente”. Anche perché la rete “crea 5 posti di lavoro ogni due persi”.

Secondo Letta “la triade per il futuro delle imprese è innovazione, digitalizzazione e internazionalizzazione perché si vince se si sta sul mercato globale“. Il presidente del Consiglio insiste sulle potenzialità del web di creare nuova occupazione perché sviluppa la competitività, come più volte sottolineato anche dall’Unione europea. Tuttavia, nel percorso verso la digitalizzazione, ritiene imprescindibile la riforma dello Stato: “Dobbiamo eliminare le sacche di discrezionalità che ci sono ancora, e con il piano Destinazione Italia lo facciamo, perché non possibile affrontare 20 nodi per fare una cosa”. Un piano per attrarre investimenti che finora, però, ha raccolto più commenti al vetriolo dai vertici italiani di aziende estere che denari

Aldilà del digital divide nazionale, per Letta l’obiettivo in Europa è la creazione di un mercato unico delle tlc, “altrimenti è complicato essere competitivi rispetto alla Cina o agli Stati Uniti”. Per questo spiega che, al prossimo Consiglio europeo “l’impegno italiano sarà fortissimo per un mercato unico delle Tlc“. Quindi, l’appuntamento a Bruxelles sarà “una svolta o una tomba, ci giochiamo una partita che può avere effetti terribili ma l’alleanza del governo italiano con la Commissione è forte e verrà fuori: abbiamo intenzione di alzare i toni perché questa è un’occasione irripetibile”.

Al Forum, anche Neelie Kroes ha insistito sull’urgenza per l’Italia di puntare sempre di più su Internet per aumentare la crescita e creare posti di lavoro. Infatti, ha spiegato, “10 punti percentuali in più di banda larga spingono la crescita tra l’1 e l’1,5%”. Bisogna tenere inoltre presente che “presto il 90% dei lavori richiederà competenze digitali”. Kroes ha quindi ricordato le lacune dell’Italia. “Attualmente – ha detto – solo il 14% delle case degli italiani è coperta dalla fibra ottica“, ovvero una percentuale pari a circa 1/4 della media Ue e che “pone l’Italia all’ultimo posto tra i paesi europei”. E inoltre, ha ricordato ancora, “il 37% degli italiani adulti non ha mai usato internet”. Questa situazione rappresenta, secondo Kroes, una grande mancanza per gli italiani, anche se “c’è una grande opportunità se il paese può mettersi al passo e coglierla”. La commissaria si è detta comunque contenta che l’Italia riconosca l’importanza di quest’area e la dimensione delle opportunità che offre. E soddisfatta anche del fatto che gli italiani “sostengono le nostre proposte per un ‘Continente Connesso'”.

Kroes, a margine del convegno, ha incontrato il vice ministro allo Sviluppo economico Antonio Catricalà per discutere di autorizzazione unica,  autorità nazionali e roaming internazionale, “una misura procompetitiva che favorirà i consumatori e il processo di integrazione europea”. Nel colloquio, Catricalà ha rinnovato l’impegno dell’Italia per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti dalla regolamentazione proposta dalla Commissione europea in tema di mercato unico digitale, ribadendo il pieno sostegno all’iniziativa che il governo italiano sosterrà durante il prossimo Consiglio Europeo sull’innovazione tecnologica.

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