Qualcuno diceva che i videogiochi avrebbero ucciso i giocattoli tradizionali. Altri, meno pessimisti, pensavano che le due forme d’intrattenimento sarebbero convissute in maniera parallela. Pochissimi, però, avrebbero scommesso sulla compenetrazione fra gioco “reale” e “virtuale”. Con la serie di Skylanders, Activision ha dimostrato al mondo non solo che la convergenza è possibile, ma ne ha svelato le enormi capacità di incontrare il favore del pubblico e le attese (non sempre realistiche) delle aziende. Dopo un primo episodio uscito quasi in sordina nel 2011 (Skylanders: Spyro Adventures), la saga è esplosa con il secondo capitolo, Giants e, oggi, si prepara a popolare i sogni natalizi di milioni di bambini con Swap Force.

Il concetto alla base di Skylanders è, negli aspetti tecnici, piuttosto semplice: il gioco si basa sulla tecnologia NFC (near field communication, comunicazione di prossimità), da anni usata per i badge d’ufficio o per le tessere della metro. Tuttavia, anziché inserire il chip apposito in una noiosa tessera di plastica colorata, gli sviluppatori del gioco ci hanno costruito attorno una serie di miniature, ognuna delle quali rappresenta un personaggio con poteri e caratteristiche uniche. Per poter far interagire il giocattolo vero e proprio con il software è necessario posizionarlo su un apposito lettore, il “Portale“, che scannerizza le informazioni contenute nel chip nascosto all’interno della miniatura e ne trasferisce l’immagine nel gioco. Un principio tutto sommato piuttosto semplice.

Tuttavia, con questo SWAP Force, Activision ha deciso di aggiungere un ulteriore livello di complessità, permettendo di combinare le varie miniature in modo tale da costruire tutta una serie di mostriciattoli dalle capacità inedite. Il gioco, manco a dirlo, da il meglio di sé quando si gioca in due o più giocatori, ognuno con il proprio set di statuine e potenziamenti: ogni miniatura, infatti, è in grado di memorizzare tutti i potenziamenti e le caratteristiche che il personaggio acquisisce nel corso del gioco e può essere usata in altre partite posizionandola su un qualsiasi Portale. I bambini potranno dunque scambiare e giocare con i vari personaggi anche senza doverli per forza acquistare tutti: un sollievo per le tasche dei genitori e un incentivo all’interazione che non fa mai male.

Passando al gioco vero e proprio, Skylanders recupera, in maniera semplificata, le dinamiche di quelli che in gergo sono chiamati hack and slash, ovvero quel genere in cui è necessario proseguire eliminando più mostri possibile e raccogliendo le ricompense che i cattivi caduti lasciano sul terreno. L’intera struttura si basa sull’uso combinato delle abilità dei vari protagonisti e, in molti casi, è necessario cooperare con altri giocatori o cambiare spesso eroe per poter scoprire tutti segreti celati nelle ambientazioni che ci troveremo a esplorare.

Skylanders: SWAP Force, dunque, fa evolvere una serie che, a dispetto della sua apparante semplicità, si è già traformata in uno dei prodotti di maggior successo della storia dell’intrattenimento, avendo portato nelle casse di Activision oltre 1,5 miliardi di dollari con i primi due episodi e diventando, ad agosto di quest’anno, il gioco in assoluto più venduto in Europa e America. I giocattoli all’antica non sono morti, semplicemente si stanno evolvendo e Skylanders rappresenta il un deciso passo verso il futuro.

Skylanders: SWAP Force è disponibile su Xbox 360, Playstation 3, Wii U, Wii e Nintendo 3DS.

A cura di Nicolò Carboni

BadGames.it – il Nuovo Gusto dei Videogiochi

Articolo Precedente

Piattaforma ‘SecureDrop’, la WikiLeaks del giornalismo

next
Articolo Successivo

Apple vince la sfida: il multi touch nasce da Steve Jobs

next