Il sindaco Federico Pizzarotti tende la mano alla comunità islamica e a Parma scoppia di nuovo la “crociata contro la moschea”. Dopo la promessa del primo cittadino a Cinque stelle di concedere una parte dei terreni comunali per la costruzione di un nuovo centro culturale islamico, la Lega Nord e il Movimento Nuovi consumatori hanno dichiarato guerra al Comune. Nei banchetti del Carroccio da sabato 19 ottobre si raccolgono firme contro la decisione dell’amministrazione e l’associazione promette ricorsi al Tar ed esposti alla Procura pur di scongiurare la soluzione individuata dal primo cittadino.

Nel mirino, la volontà di Pizzarotti di concedere gratuitamente alla comunità islamica di Parma alcuni terreni di proprietà del Comune nella zona dell’Efsa, dove sorgerà il nuovo centro islamico. La promessa è arrivata durante l’estate per risolvere una questione che si protrae da anni e che vede la comunità relegata in un capannone in una zona industriale ai confini della città, con gli artigiani che hanno innescato una battaglia legale per dimostrare l’irregolarità della sede e cercare di farla spostare.

A cercare di calmare le acque ci ha pensato il sindaco, ma la sua proposta ha fatto storcere il naso alla Lega Nord, che ha indetto una raccolta firme “contro la concessione gratuita dei terreni comunali alla comunità islamica per la costruzione della moschea” proprio sotto il Municipio. Secondo il Carroccio di Parma la decisione del sindaco non tiene conto dell’articolo 8 della Costituzione, che “prevede che i rapporti tra le confessioni religiose e lo Stato italiano siano oggetto di accordi, denominati intese, tra le rispettive rappresentanze”. La Lega ricorda però che la comunità islamica non ha mai firmato alcun accordo con lo Stato italiano e quindi “non si vede come possa un ente statale territoriale come il Comune di Parma accordarsi con la comunità musulmana locale per concederle aree di sua proprietà”.

Come se non bastasse, per il Carroccio la concessione gratuita dei terreni rappresenta anche uno sgarbo nei confronti dei parmigiani, che non sono stati chiamati ad esprimersi sulla questione: “Non si vede perché il sindaco debba discriminare in questo modo i devoti di altri culti e togliere alle casse comunali quei proventi che si avrebbero dalla vendita dell’area e dai contributi per la modifica della qualità urbanistica – spiega la sezione cittadina della Lega in una nota – Totalmente inesistente e non richiesto, invece, è il parere dei parmigiani: dopo la promessa elettorale della democrazia diretta e il flop della Giornata della democrazia, il sindaco si impegna a concedere gratis l’area per la moschea senza interpellare i parmigiani, trascurando l’impatto sociale che la stessa può avere non solo sul quartiere di riferimento, ma anche su tutta la città”.

Della stessa idea il Movimento Nuovi consumatori, che contro il Comune ha già presentato diversi esposti sul caso degli autovelox, che parla della cessione gratuita come di “un abuso evidente, cosi come ha avuto modo di statuire la Cassazione ed una recentissima sentenza del Consiglio di Stato”. L’associazione ha già annunciato un ricorso al Tar, un esposto alla Procura e uno alla Corte dei conti per il possibile danno erariale nel caso l’operazione andasse in porto. “Non siamo contrari alla libertà di culto di ogni religione – spiegano i rappresentanti – ma riteniamo inaccettabile che debbano essere i cittadini a sobbarcarsi eventuali oneri, quando già la cittadinanza di Parma vive un’emergenza in ogni settore della vita privata e pubblica”.

Accuse e prese di posizione a cui l’amministrazione ha però risposto confermando la propria idea di dare alla comunità islamica la possibilità di avere una nuova sede. “Il problema esiste, e il Comune intende affrontarlo, per rispondere alla legittima aspirazione di migliaia di persone che vivono a Parma di costruirsi, a loro spese, un luogo di meditazione e di preghiera – ha spiegato il Comune in una nota – Ogni decisione in merito, comunque, verrà presa alla luce del sole e nelle sedi deputate, con la trasparenza e la correttezza che essa richiede, e che l’attuale amministrazione ha sempre garantito in passato e continuerà a garantire in futuro”.

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