Succede.

Che tu sia talmente povero da immaginare, un giorno, di scendere in piazza e urlare forte che la ribellione è meglio del suicidio e trovi qualcuno che ti dice che sei un problema di ordine pubblico e ti dà una manganellata.

Che tu ti senta ultima, discriminata, perché sei una migrante che può accedere all’Italia solo a nuoto, con il poco ossigeno che ti resta, e sopravvivere, forse, grazie a qualcuno che ti raccatta dalle acque del Mediterraneo, e infine sarai indagata tu e indagato sarà il tuo raccattatore. Clandestina tu e soccorritore di clandestini lui.

Che tu faccia tre lavori contemporaneamente, a sbatterti dalla mattina alla sera per campare e guadagnare poco o niente. Si chiama ‘flessibilità’ o anche ‘precarietà’ e si ritorna al primo punto sulla povertà. Se nonostante i tuoi tre lavori non riesci a pagare bollette e affitto: arriverà il taglio della luce, quello del gas e poi ti sfratteranno. Si chiama ‘violazione dei diritti’. Effetti del neoliberismo. Qui da noi è meglio conosciuta come democrazia.

Succede.

Che tu viva in un posto in cui sei nato e cresciuto, a faticare, zappare, sognare, e poi un giorno arrivano le ruspe che abbattono alberi, costruiscono opere giganti che non servono a nessuno, e allora il primo giorno dicono che non puoi più percorrere un sentiero, e il secondo non puoi più neppure guardarlo da lontano, il terzo sei un problema di ordine pubblico. Si chiama Tav, Muos, o qualunque altra “grande” opera che sarà realizzata senza il tuo consenso.

Che tu nasca con una biologia certificabile, ma sai che non è quella che decide ciò che sei e dunque per “natura” ti raccontano che le bambine devono usare la carta igienica e i maschietti possono spararla più lontano. Che gay, lesbiche, trans, sono malati e che in men che non si dica dovrai pedalare e recitare preghiere perché così pare tu possa tornare etero. Democrazia anche questa. Qualcuno osa chiamarla omo/transfobia.

Che tu sia una donna e non ti senta offesa, vilipesa, nella tua dignità, da cose che possono offendere altre donne e tuttavia queste ultime sono quelle che vorrebbero normare la tua esistenza. Offese loro e dunque offese tutte. Invece io penso che la questione sia un po’ più complicata di così, ché essere donne non ci fa simili né tutte amiche. Siamo diverse, spero tutte autodeterminate, parte di un mondo diviso per classe, genere, etnia, specie, e questa dialettica vivace, ricca, bella, tra mille parzialità fatte di donne, uomini, gay, lesbiche, bisex, trans, queer, precarie, sex worker, poveri, migranti, montanari resistenti, tutti in lotta contro mezzi di rimozione degli esseri umani, da spostare qui o là a seconda della convenienza, dovrà essere tutto il contrario che praticare una religione. E’ laicità.

Succede.

Che tu sia povero, migrante, resistente, di qualunque sesso e genere e arriva il momento che vuoi dire “basta”. Basta stereotipi, luoghi comuni, semplificazioni. Basta demonizzazioni. Basta roghi. Basta scontro con i “poteri forti” che a un certo punto ti dicono che tu sei anarchico e dunque terrorista.

Qual è la soluzione? Lo spray antirogo. Una spruzzatina d’eresia e tutto si spegnerà. Forse. 

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