Sì dell’Aula della Camera all’emendamento del Governo al decreto Imu che abbassa dal 25 al 20% l’aliquota della sanatoria per le slot machine a condizione che il pagamento sia immediato e in un’unica rata. Contro l’emendamento, M5S e Sel ma anche Paola Binetti e Rocco Buttiglione. Dopo che il vicepresidente Luigi Di Maio ha annunciato l’esito della votazione (231 si e 183 no) i deputati Movimento 5 Stelle hanno urlato in coro “vergogna, vergogna!”, venendo richiamati all’ordine dalla presidenza.

“Siamo davvero alla massima rappresentazione della vergogna”, ha commentato Massimo Enrico Corsaro, deputato di Fratelli d’Italia, “Questo è un Paese che dopo aver punito i cittadini che cercano di liberarsi dal vizio del fumo, con la tassazione delle sigarette elettroniche, favorisce chi gestisce i giochi d’azzardo, nello stesso momento in cui si fa un gran parlare di lotta alla ludopatia. Chiedo al sottosegretario Baretta se è in grado di affermare in piena coscienza che nessuno del suo governo e della sua maggioranza sia stato avvicinato, non soltanto in forma dialettica, prima da parte delle multinazionali del tabacco e poi da parte delle lobby del gioco d’azzardo. Se sì, siamo in grado di saperne nome e cognome? E così, a scopo precauzionale, per metterci tutti il cuore in pace, si è in grado di compiere un’analisi della situazione patrimoniale di chi ha parlato per conto del governo e della maggioranza con i rappresentanti delle multinazionali del tabacco e i gestori dei giochi?”. 

Anche Paola Binetti, deputata di Scelta civica ha espresso perplessità per la decisione: “Diventa difficilissimo giustificare i tagli alla Sanità, di cui si parla insistentemente in queste ore, e contestualmente fare sconti alle lobby dei gestori di giochi d’azzardo. Non si può davvero pensare di colpire le fasce più deboli e favorire quelle già tutelate. Il Paese non può reggere una contraddizione di questo tipo”.

Alle domande di Corsaro ha risposto il governo, sostenendo che si tratta di un modo per permettere di fare cassa più facilmente. “La verità è che una larga adesione c’è e questo consente di recuperare le stesse risorse che avevamo ipotizzato prima per un numero più largo di aderenti”, ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta. “Si è molto discusso sulla determinazione di questa entità, ma la stessa Corte dei conti ha fatto presente che vi era un punto di equilibrio che era più vicino alla percentuale che oggi proponiamo rispetto a quella precedente che poteva consentire una larga adesione”, ha osservato aggiungendo che “fino a ieri questi operatori non pagavano, ora iniziano a pagare per una cifra che comunque serve a coprire e che indica una linea di riferimento generale che il Governo sta adottando”. E allora, per il rappresentante del governo “non si tratta affatto di un ulteriore sconto ma di una definizione di una cifra che è stata prima concordata e poi si è visto, anche con l’aiuto della Corte dei conti, che è più realistica”.

Articolo Precedente

Matteo Renzi, il sindaco vince perché è divisivo

next
Articolo Successivo

Un’altra idea di Pd per un’altra idea di Paese

next