Il sovraffollamento del centro d’accoglienza di Lampedusa, la destinazione delle bare concentrate sull’isola, la gestione dell’emergenza. Sono questi i temi che il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha affrontato in quella che definisce una “una lunga, commossa e approfondita conversazione telefonica” con il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. “Lo scambio di idee partito dalla profonda impressione suscitata dalla nuova tragedia in mare si è concentrato sia sulle misure più immediate sia sugli interventi più organici da impostare in sede nazionale e in sede europea”, fa sapere una nota del Quirinale che spiega i contenuti del colloquio.

Nel comunicato, il Colle fa presente che “massima urgenza presenta il problema della destinazione delle bare che si sono accumulate nell’isola e del rapporto con le famiglie che giungono dai luoghi di provenienza delle vittime per identificare e riconoscere i loro cari”. Altro tema affrontato nella telefonata, quello del “trasferimento in altri centri siciliani dei sopravvissuti a cui l’isola non può ulteriormente garantire una civile assistenza“. La conclusione di Giorgio Napolitano è che le istituzioni locali abbiano bisogno di essere aiutate da un intervento dell’esecutivo: “Non c’è dubbio che occorra anche una presenza di coordinamento e di gestione dell’emergenza da parte di un nucleo di inviati del governo che fiancheggi le autorità locali”.

“Oggi mi ha chiamato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che si è informato su come stiamo affrontando questa emergenza e mi ha detto: ‘Vi sono vicino e vi seguo da vicino‘”. A commentare la telefonata del Capo dello Stato è il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. “Il Presidente – aggiunge – mi ha detto che si sta consultando con i vertici italiani ed europei per studiare una normativa che sia una via d’uscita per i profughi e i richiedenti asilo”. E conclude: “Il Capo dello Stato non ha escluso di venire a fare una sua visita sull’isola“.

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