Logo-Manifesto-per-comuni“Sul gioco d’azzardo abbiamo perso già troppi anni, i danni ci sono e sono già evidenti. Dobbiamo recupera il tempo perduto”. Con queste parole ha aperto la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la regolamentazione del gioco d’azzardo David Gentili, presidente dalla Commissione antimafia del Comune di Milano, ieri nella sala Alessi di Palazzo Marino. Presenti un centinaio di sindaci, tutti rigorosamente con la fascia tricolore, provenienti da tutta Italia. Tutti schierati a favore della legalità, impegnati nel problema delle ludopatie e delle infiltrazioni delle mafie nel settore delle slot machine nel giorno del lancio della raccolta firme organizzata da Terre di Mezzo e Legautonomie.

L’iniziativa di creare una proposta di legge popolare è stata del sindaco di Sesto San Giovanni, Monica Chittò, ed è stata portata avanti grazie all’incessante lavoro di coordinazione di Angela Fioroni, segretario di Legautonomie Lombardia, che ha raccontato i lavori preparatori: “La scrittura di questa proposta di legge è stata partecipativa. Abbiamo iniziato con una mailing-list di 500 persone e sono state recepite le proposte di tutti, tranne una: il divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo. Vogliamo regolamentare il gioco d’azzardo, ma non creare un proibizionismo”.

E se la pubblicità non è stata vietata, sono state comunque scritte regole stringenti, così come stringenti sono le proposte inserite nella legge. Al primo punto la proposta di eliminare completamente le slot machine dai vari esercizi commerciali ed inserirle soltanto in sale gioco create appositamente, con obbligo per i gestori di esporre il materiale informativo diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco d’azzardo. Stringente anche la regolamentazione del gioco che deve essere vietato ai minorenni, con un controllo dell’età anagrafica grazie ad una tessera elettronica.

Ma soprattutto, per quanto riguarda i singoli Comuni, la novità più importante riguarda la possibilità per il sindaco di introdurre limitazioni relative agli orari di esercizio e alla localizzazione di attività che possono pregiudicare categorie della popolazione meritevoli di specifica tutela, oltre al fatto che l’autorizzazione è concessa per dieci anni e le Regioni e i Comuni possono stabilire luoghi sensibili in relazione ai quali può essere negata

Insomma per una volta le istituzioni locali si sono messe insieme in quella che si può considerare la più grande iniziativa popolare in tema di legalità e contrasto alle ludopatie. Sta a tutti noi cittadini adesso, senza azzardo, metterci in gioco e renderci responsabili e protagonisti attraverso le nostre firme.

 

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