Continua il botta e risposta tra il Movimento 5 Stelle e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Così Beppe Grillo sul suo blog attacca il Capo dello Stato di non essere super partes: “Il sospetto che l’appello avvenga per salvare Berlusconi e una miriade di colletti bianchi è lecito”. E al Presidente dice: “Lei dovrebbe essere sopra le parti e non lo è quando attacca il M5S, che rappresenta otto milioni e mezzo di italiani”. Noi, continua, “abbiamo un chiodo fisso, l’onestà, e non lo baratteremo con nessuno. Noi non molleremo, si metta l’animo in pace. Ccà nisciuno è fesso”.

E continua: “Il presidente dei partiti (in quanto eletto dai loro nominati) Giorgio Napolitano ha detto che il M5S ha un chiodo fisso e se ne frega dei problemi della gente” ricorda Grillo che allora chiede al Capo dello Stato: “Cosa ha fatto su questi punti, signor Presidente? Con quale urgenza si è mosso in questi anni? Si è svegliato ora con una soluzione che non risolve nulla perché la maggior parte di chi verrà scarcerato in pochi mesi tornerà in galera, ruberà ancora, minaccerà ancora, si macchierà degli stessi reati”. Per Grillo, in questo modo, “il richiamo per i delinquenti degli altri Paesi diventerà una sirena irresistibile”.

Oltre al piano carceri, ricorda Grillo, “il blog ha denunciato con filmati, inchieste, interviste le morti in carcere in questi anni. Lei dov’era, signor Presidente? Il blog ha prodotto un libro sugli orrori delle carceri italiane, lei lo ha letto, signor Presidente? Sa per caso chi è Niki Gatti, il ragazzo morto in carcere, signor Presidente? Il M5S ha chiesto più volte l’introduzione del reato di tortura non previsto nel codice penale, unico caso tra le nazioni occidentali, ne era a conoscenza, signor Presidente?”. Insomma, “Lei sa meglio di chiunque che l’amnistia e l’indulto non risolvono il problema delle carceri e aggraveranno i conflitti sociali. Perché lo fa allora, signor Presidente?”.

Articolo Precedente

Ma il ventennio non è ancora finito…

next
Articolo Successivo

Amnistia e indulto, la “clemenza” che può cancellare gli scandali della politica

next