A volte è difficile per i lettori voraci spiegare quale sia il beneficio di passare ore e ore solitarie in mondi paralleli, in compagnia di personaggi inesistenti, ore in cui non si impara nulla (quando si potrebbe leggere un libro sulla storia d’Italia o sulla teoria della relatività). C’è quasi un lieve senso di colpa, di piacere proibito nell’immergersi in un universo di parole che non si sa dove ti portano, in un libro di Bolano o in un racconto di Sebald…E come spiegare ai figli che passano ore incollati al computer che un buon vecchio romanzo ogni tanto fa bene alla salute? Addirittura, ci sono risultati scientifici che mostrano che i ragazzi esposti ai giochi elettronici fin da piccoli hanno migliori risultati in una serie di test di IQ!

Ebbene, da oggi noi umanisti, educatori, genitori, amanti dei romanzi, schiacciati dal mondo della scienza e della tecnologia, abbiamo un argomento: Emanuele Castano, psicologo sociale alla New School di New York, cervello in fuga italiano, e il suo collega David C. Kidd, hanno mostrato che leggere letteratura migliora le nostre performances di cognizione sociale, ossia la nostra capacità di leggere gli stati mentali degli altri, riconoscere le loro emozioni, e prevedere le loro azioni sulla base degli stati psicologici che attribuiamo loro.

L’intelligenza sociale, uno degli aspetti fondamentali dell’intelligenza umana, che ci dà capacità di navigare nel mondo sociale, di prevedere quel che gli altri faranno e di imparare in fretta dagli altri, è considerata oggi la skill essenziale per riuscire in un mondo dove siamo immersi nella comunicazione sociale. Come aumentarla? Basta leggere qualche capolavoro della letteratura. L’articolo di Kidd e Castano è stato pubblicato ieri sulla prestigiosa rivista Science.

I nostri psicologi hanno ideato una serie di ingegnosi esperimenti, in cui affidavano a lettori selezionati attraverso il Web, e controllati rispetto al loro background letterario, testi di tre tipi: (1) “alta” letteratura, (2) best-sellers (3) saggistica. Dopo aver fatto leggere loro un brano proveniente da uno di questi tre generi, sottoponevano i lettori a una serie di test standard di misura dell’intelligenza sociale, come test sul riconoscimento di emozioni o sull’attribuzione di stati mentali per spiegare un’azione complessa. Ebbene, chi aveva letto qualche pagina di alta letteratura (qualsiasi fosse il suo background culturale) aveva performances migliori in questi test.

Non è fantastico? Dunque, non c’è bisogno di essere eruditoni supercolti per avere una migliore intelligenza sociale. Se cominciate a leggere un po’ di Tolstoj oggi, diventate subito più intelligenti socialmente! E finalmente ho un argomento con cui ribattere a mio figlio, quando mi dice: “Ma sì, mamma, guarda che leggo: sono al volume 6 della serie di Percy Jackson, e ho letto 5 manga in una settimana!”, e io ho l’impressione che non sia la stessa cosa che leggere Proust, ma non so come spiegarglielo: ora ho i dati! Con Percy Jackson nessun beneficio cognitivo, con Proust l’intelligenza sociale va alle stelle!

 

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