Roberto Reggi si è ripreso il partito? L’ex sindaco di Piacenza e braccio destro del sindaco di Firenze Matteo Renzi cerca di ricompattare il Partito democratico locale e ricomincia la campagna per sostenere il candidato alla segreteria del Pd. Così nella sua città ha presentato il comitato “Con Renzi per l’Italia”: il coordinatore delle primarie del primo cittadino “rottamatore” è riuscito a riunire intorno a sé e al progetto di portare Renzi alla guida della segreteria nazionale, tutto il partito locale. Proprio a Piacenza il Pd è a rischio commissariamento: ci sono pochi iscritti tanto che sono di più i dirigenti. Quindi il rilancio del partito potrebbe essere affidato a un renziano.

Partecipazione è sempre stata la parola chiave per i renziani, che questa volta si è tramutata in realtà. Le divisioni ci sono ancora, eppure i rapporti di forza sono cambiati. Così, in via Martiri della Resistenza, sono stati in molti coloro che hanno risposto all’appello lanciato da Reggi su Facebook per stringersi intorno ad una leadership forte. Che lui, come non ha mai nascosto, vede in Matteo Renzi: “E’ uno strumento, tra virgolette, perché riesce ad entusiasmare i cittadini comuni. E abbiamo bisogno, in periodo di crisi, che ognuno faccia la sua parte” ha spiegato.

Il dato più significativo, comunque, oltre ad una sede mai così affollata, è stata la “qualità” delle presenze. I renziani della prima ora erano tutti in evidenza, come il sindaco di Vernasca Gianluigi Molinari, il segretario di Gossolengo Betty Rapetti, l’assessore al Commercio a Piacenza Katia Tarasconi, il presidente di Acer (ed ex consigliere comunale) Giorgio Cisini e anche la giovane Benedetta Maini (di Open Pd). Ma, a sorpresa, hanno deciso di partecipare figure politiche che, pur non essendo strettamente renziane, hanno pensato di testimoniare la ritrovata compattezza nel partito.

Tra loro, da segnalare, i consiglieri comunali Guglielmo Zucconi e Gianluca Ceccarelli (nel gruppo misto e nei Piacentini per Dosi) ma soprattutto lo stesso sindaco Paolo Dosi, che finora aveva mantenuto una perfetta equidistanza (alle scorse primarie sostenne Bersani). E invece questa volta si sbilancia: “Abbiamo di fronte un’occasione che si chiama primarie che ci porterà verso il congresso del Pd e, mi auguro, verso la leadership di un Paese condotta da qualcuno che serba ancora speranza” ha esordito. Ma ha poi aggiunto che “ci troviamo di fronte a un’avventura che non sappiamo bene dove ci porterà, ma credo valga la pena stare al fianco di persone che hanno voglia di fare. Sappiamo ormai tutti che una sola persona al comando non è mai una cosa buona, però Renzi potrà essere un punto di riferimento e poi ognuno di noi dovrà calarsi in questa avventura con spirito propositivo. Il Pd, fortunatamente, è ancora un partito dove si vedono giovani, dove si riesce a parlare, dove si intercettano stimoli positivi, se poi riusciremo a sostenere anche qualcuno che ha le carte per vincere, tanto meglio”. Molti gli applausi e altrettanti coloro che l’hanno considerata una vera e propria scelta di campo. Anche perché al suo fianco, benché in uscita dal suo ruolo, c’era anche il segretario provinciale Vittorio Silva, bersaniano ma oggi, probabilmente, in veste di garante verso il nuovo corso.

Insomma, quelli che fino a qualche mese fa venivano visti all’interno del partito con sospetto, dopo gli ultimi sviluppi a livello nazionale e locale con alcune sonore batoste, ora vengono salutati con fiducia per una possibile svolta. Per questo Reggi, in apertura, ha voluto ringraziare proprio loro dicendo che “sono lieto di vedervi, perché vuol dire che riconoscete in noi e in questo comitato pari dignità rispetto agli altri”.

Poi ha elencato i motivi che, a suo dire, non possono che far propendere per la candidatura a segretario del Partito Democratico di Matteo Renzi: “I dati sono evidenti, con un calo di partecipazione, di tesserati, di elettori. C’è bisogno di un cambio di passo. Dobbiamo farlo con entusiasmo e allegria, rispetto ai musi lunghi che si vedono in giro da qualche tempo”.

Le prossime scadenze, comunque, vedono non solo il partito impegnato a livello nazionale. Tra pochi giorni, infatti, scade il tempo per poter consegnare le candidature alla segreteria locale: “Per ora pensiamo alle primarie nazionali – ha premesso Reggi – poi ci saranno a breve altre scadenze. Il Congresso è avviato ma prima ci saranno da eleggere i segretari di circolo e quelli provinciali. Mi auguro che la scelta sia condivisa”. E ha puntualizzato sull’etichetta “renziano”, che per lui è “una malattia. Il vero problema è trovare persone coerenti con il messaggio di innovazione e fiducia lanciato da Matteo”. Infine ha risposto anche a una provocazione: se Renzi punta alla segreteria nazionale, lei non potrebbe puntare alla segreteria locale del Pd? “No, alla segreteria non ci penso. Non ho il tempo per farlo. Ho un lavoro che mi impedirebbe di farlo bene. Mi metto a disposizione di chi avrà lo spirito di servizio di farlo”.

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