A seguito delle dimissioni dei ministri Pdl, ecco i tre possibili scenari:

Via libera al Letta bis
Dopo l’incontro con il Capo dello Stato, Enrico Letta si presenta alle Camere per chiedere una nuova fiducia. La ottiene perché oltre al Pd e a Scelta Civica conquista anche i voti di alcuni dissidenti Pdl, del gruppo di Gal, di Sinistra Ecologia e Libertà e di alcuni transfughi del Movimento Cinque Stelle. Il governo quindi va avanti con un Letta-bis, nonostante la fine delle larghe intese.

Esecutivo di scopo
La prossima settimana, Letta chiede un voto di fiducia alle Camere. Non riesce ad ottenere la maggioranza dei voti alla Camera e al Senato. Torna così dal presidente Napolitano, che si mette alla ricerca di una nuova maggioranza. Il Quirinale affida l’incarico ad un nuovo premier con un programma ristretto, un governo di scopo che porti a termine legge di stabilità e riforma elettorale. Ottiene la fiducia, poi si torna al voto in primavera.

Ritorno alle urne
Il premier, a seguito delle dimissioni dei ministri Pdl, torna in Parlamento per chiedere una rinnovata fiducia. Non trova i voti necessari per restare in piedi. Letta sale nuovamente al Colle e rimette l’incarico nelle mani del Quirinale. Napolitano avvia un giro di consultazioni, alla ricerca di nuove possibili maggioranze. Capisce però che non esistono possibilità di fiducia per nessun esecutivo. Per questo è costretto a sciogliere le Camere e a indire nuove elezioni. In questo caso, considerando che serve subito un nuovo governo capace di approvare la legge di stabilità entro fine anno, si voterebbe già a novembre.

Da Il Fatto Quotidiano del 29 settembre 2013

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