Se qualcosa è cambiato nei rapporti tra l’Iran e l’Occidente sulla questione nucleare lo si vedrà già nelle prossime settimane a Ginevra. Intanto sa di nuovo corso il risultato dei colloqui tra il segretario di Stato Usa John Kerry e il  il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif. “Abbiamo deciso di rimettere in moto il processo, in modo che si possa proseguire con l’obiettivo di accordarci sui parametri del gioco finale e andare avanti” per raggiungere un accordo definitivo “entro un anno” ha detto il ministro di Teheran incontrando Kerry a margine dell’Assemblea generale dell’Onu. “Pensavo – ha aggiunto – che sarebbe stato troppo ambizioso, quasi ingenuo. Ma ho visto che alcuni dei miei colleghi erano ancora più ambiziosi e volevano andare velocemente”. Il risultato finale, ha proseguito, dovrà includere una “totale abolizione” delle sanzioni internazionali che hanno devastato l’economia iraniana. L’Iran, ha concluso, vuole arrivare al punto da eliminare ogni preoccupazione sulla natura pacifica del suo programma, “ora dobbiamo vedere se siamo in grado di abbinare le nostre parole positive a fatti seri, in modo da andare avanti”. 

Si è trattato dell’incontro di più alto livello tra funzionari di Usa e Iran negli ultimi sei anni. Un alto funzionario statunitense ha spiegato che durante l’incontro i consiglieri di entrambe le parti hanno chiacchierato, a differenza di quanto avveniva in passato, quando gli iraniani erano più abbottonati. Zarif, ha spiegato il funzionario, ha anche presentato una serie di idee, però non particolarmente dettagliate. Gli americani hanno chiesto al ministro di tornare a Ginevra per i colloqui del 15-16 ottobre o prima con alcune proposte più precise. Un incontro e un cambiamento di tono, che è stato ben accolto: “Tutti noi siamo contenti che il ministro degli Esteri sia venuto oggi e abbia messo alcune possibilità sul tavolo” ha spiegato Kerry. Che ha fatto sapere di essere d’accordo con Zarif a continuare il processo e provare a trovare vie concrete per rispondere alle domande che il popolo ha sulle attività nucleari di Teheran. Zarif ha anche ventilato la possibilità di un incontro tra il presidente iraniano, Hassan Rohani, e Barack Obama. “Non è un obiettivo” della politica di Teheran ma non è neanche “un’area proibita”. Inoltre con “i necessari preparativi”, il vertice potrebbe risultare “un buon inizio”

L’incontro con l’Iran avvenuto ieri sera a New York, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu è si è svolto in un “tono, un’atmosfera e uno spirito completamente diversi” rispetto a quanto si era abituati e questo ha permesso di aprire una “finestra di opportunità” per una soluzione pacifica della situazione ha sottolineato il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle: “Le parole non sono abbastanza. Ciò che conta solo le azioni e i risultati tangibili”. 

I primi segnali dall’Iran erano arrivati con le dichiarazioni del presidente Hassan Rohani sull’Olocausto e proprio sulla volontà di dimostrare l’utilizzo pacifico dell’energia nucleare.

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