“Questa volta si trovano d’accordo: hanno deciso insieme di non fare la Commissione antimafia“. Questo il commento di Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, sul mancato insediamento della Commissione Parlamentare antimafia a sette mesi dall’inizio della nuova legislatura. “Noi – ha proseguito – non abbiamo mai voluto le Commissioni antimafia sulle stragi perché non portavano a nulla ed erano deleterie nei confronti del lavoro della magistratura. Servivano solo a raccogliere informazioni e dal nostro punto di vista servivano ai partiti per ricattarsi a vicenda: oggi non si devono più ricattare e quindi non hanno fatto la Commissione antimafia”. Maggiani Chelli è intervenuta a Palermo, dove all’aula bunker del carcere Ucciardone, ha assistito all’udienza del processo sulla Trattativa Stato – Mafia. Nel procedimento la sua associazione si è costituita parte civile, e da oggi è difesa da Antonio Ingroia, divenuto avvocato dopo essere stato Procuratore aggiunto a Palermo e titolare proprio dell’inchiesta sulla Trattativa. “Appena abbiamo saputo che Ingroia aveva iniziato ad esercitare le professione di avvocato – spiega la Chelli – ci è sembrato naturale contattarlo dato che è preparatissimo sulla materia”. Sarcastico invece l’ex pm, che ha vestito per la prima volta la toga d’avvocato, proprio davanti la corte che dovrà giudicare il lavoro svolto dal pool che da procuratore ha guidato fino all’ottobre scorso.”Pm e parti civili vanno verso lo stesso obbiettivo: ovvero l’accertamento delle verità. Io incompatibile? Non sono incompatibile né con l’attività di avvocato, né con quella di leader di Azione Civile, ma qualcuno pensa che io sia incompatibile con l’Italia” di Silvia Bellotti e Giuseppe Pipitone

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