Ora non è più un fatto occasionale, ma è diventato una triste ricorrenza: parliamo degli scippi e delle rapine nel centro storico della nostra città.

Che la delinquenza sia in costante aumento nella nostra città non ci sono più dubbi, anche se periodicamente veniamo rassicurati da improbabili ricerche e statistiche che ci dicono che i reati sono in calo; le cause sono molteplici e vanno dalla droga, alla crisi, alla immigrazione clandestina e non. Sono però cambiati i reati ed anche la loro distribuzione sul territorio. Fino a qualche tempo fa venivano prese di mira abitazione ed esercizi commerciali della periferia, anche gli scippi avvenivano in gran parte in queste aree.

Ora le cose stanno cambiando: non c’è settimana che qualcosa di grave e preoccupante non accada in centro storico, notoriamente l’area di Modena più controllata, l’unica dove si vedono passare frequentemente le forze dell’ordine.

Si va dagli scippi in pieno giorno a quelli di sera e di notte; ricordiamo quello ai danni di una consigliera comunale avvenuto a pochi metri da piazza Grande poco prima dell’inizio della serata dedicata a Pavarotti, nel bel mezzo della folla e di polizie di vario genere; e poi ci sono le aggressioni commesse in diversi orari, anche di giorno; ma quello che più stupisce sono gli sfondamenti di vetrine di notte con relativo ripulisti di tutto quello che vi si trova e che abbia un qualche valore. L’episodio più eclatante è avvenuto qualche tempo fa, con lo sfondamento di un negozio di telefonini proprio in piazza Grande a pochi passi dal Municipio! Per non parlare della lunga processione di questuanti più o meno aggressivi che costringono chi va in centro ad un ben attento slalom.

Quello che più sorprende è che siamo ormai di fronte ad episodi anche violenti, come lo strappo violento della catenina e aggressioni fisiche per rubare poche decine di euro, che noi leggevamo con stupore quando accadevano in altre città d’Italia o paesi stranieri, felici di vivere a Modena “isola felice e sicura”.

Ma quello che indigna le persone comuni è l’impunità; vedere l’autore del reato, arrestato con impegno delle forze dell’ordine e spesso grazie alla collaborazione della vittima e dei cittadini, passeggiare impunito il giorno dopo è una cosa inaccettabile; nessuno (finora) vuole la pena di morte, né punizioni corporali sulla pietra ringadora; vero è che bisognerebbe prevenire il crimine, nonché risolvere alla radice i problemi, spesso lontani da noi, come la povertà, la fuga da guerre, i profughi ambientali… ma  una punizione, una piccola significativa (e certa) punizione sarebbe necessaria. E invece no: garantisti, radicali, avvocati, tutti pronti a difendere i colpevoli… e le vittime? Che si arrangino, anzi si leggano il solito decalogo scritto anche in dialetto (come per l’ambiente, ci sono anche per la sicurezza) e la prossima volta stiano in casa alla sera, oppure escano senza catenina, senza soldi, senza orologi e senza chiavi, con vestiti modesti per non dare nell’occhio; insomma, vuoi vedere che son proprio le vittime i veri colpevoli?

Il salotto della città, finta zona a traffico limitato, già inquinato dalle migliaia di auto che lo attraversano annerendo le pareti del duomo, patrimonio dell’umanità, diventa sempre meno sicuro a tutte le ore. Nonostante ciò che pensano molti, una maggior vivibilità e qualità urbana/ambientale, inclusa la pedonalizzazione, è dimostrato che se ben fatte rendono più sicura la città.

Quello che stupisce è il silenzio assordante delle forze politiche; quelle di maggioranza tendono a minimizzare ed a ripetere la litania della richiesta di aumento delle forze dell’ ordine, un aumento che né governi di centro sinistra, né di centro destra hanno saputo o voluto assegnare in modo significativo.

Stupisce, in particolare, il silenzio della Lega Nord che di questo tema si era fatta portatrice, cosa che probabilmente le aveva consentito un rilevante aumento di voti; d’altra parte, anche questo partito, come molti altri della nostra città, sta vivendo, diamo così, una fase molto difficile.

Ma questo è un altro problema che riguarda la situazione comatosa dei partiti modenesi di cui ci  occuperemo un’ altra volta.

Poi, viene da chiedersi che legame c’è fra piccola e grande, spesso nascosta, delinquenza; per lasciar fuori i “pezzi grossi” indirettamente si lasciano fuori anche i pesci piccoli con provvedimenti di vario genere, come amnistie, svuotacarceri, ecc..; dalla classe dirigente non viene certo il buon esempio, basta scorrere le cronache; anche se meno percepito il delinquente in giacca e cravatta fa più danno al cittadino del piccolo malfattore. Ciò non toglie che gli episodi sopra citati siano inaccettabili; i modenesi stanno a guardare ed aspettano……a chi toccherà la prossima volta?

Articolo Precedente

Terme di Castrocaro in vendita ai privati. Il comitato: “Nessuna garanzia”

next
Articolo Successivo

Vajont 1963-2013, un’onda lunga cinquant’anni: il racconto dei sopravvissuti

next