Il governo può andare avanti. Ma deve superare il nodo della legge di stabilità. Parola del segretario del partito democratico Guglielmo Epifani. Che a Porta a porta torna anche sulle beghe del Pd: “Discussioni indegne di un partito come il nostro”, dice riguardo a quello che è successo nel corso dell’assemblea nazionale dei giorni scorsi.

“Io penso che a determinate condizioni il governo può andare avanti – sostiene Epifani -. Ma deve passare il nodo di Gordio che si chiama legge di stabilità e altri provvedimenti da prendere in corso d’anno. Se supererà questo il governo ha un orizzonte davanti”. Nel parlare delle tenuta dell’esecutivo del compagno di partito Enrico Letta, il segretario fa anche riferimento al suo probabile successore alla guida del Pd, Matteo Renzi: “Io devo stare, e voglio stare, alle parole che Renzi ha sempre detto e cioè di non voler creare problemi al governo. Io penso che non convenga neppure a lui”.

E ancora, sui litigi interni al Pd, con le polemiche seguite all’assamblea nazionale che ha fissato la data delle primarie per il segretario all’8 dicembre: “Ho forzato politicamente la mano sulla data perchè correvamo il rischio di continuare all’infinto questa discussione che non è degna di un partito come il Pd”, dice Epifani. Per poi aggiungere: “Se abbiamo i fari accesi su di noi è perché siamo l’unico partito che continua a fare congressi. Il Pd non è un partito personale e contendibile”.

Il segretario si dice convinto che le primarie si terranno nel giorno stabilito: “Una volta che abbiamo deciso la data l’unico problema è il percorso del congresso: lì si vedono le regole, non la data. Non so se qualcun chiederà di spostare la data ma la direzione non deciderà diversamente”. E sulle figura di leader del partito e premier, Epifani spiega: “E’ sbagliato l’automatismo tra segretario e unico candidato del partito. Non si fa così nel resto d’Europa, né in Germania né in Francia. Ma penso che non basti fare una deroga tutte le volte. Serve la norma. Perché quando c’è una deroga c’è sempre chi la concede. E questo non mi piace, non è onesto”.

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