“Senza lavoro e casa cosa rimane ai nostri figli?”. Erano queste le parole scritte sullo striscione bianco che Antonio D.R, 37 anni, ex operaio, ha portato con sé sulla cima della gru collocata in via Oberdan, a Bologna, dalla quale stamattina ha minacciato di buttarsi. Dove è rimasto per nove ore, a 42 metri di altezza, per denunciare la propria situazione, gravata da una disoccupazione lunga anni e da una situazione familiare “dolorosa e protratta nel tempo”. A dare l’allarme è stata la ditta che gestisce il cantiere nel cuore della città, che alle 7.30 ha visto Antonio e il suo striscione bianco con la scritta “sono italiano, pago le tasse. Senza lavoro e casa cosa rimane ai nostri figli?” e ha allertato la polizia. Ma l’uomo era salito molto prima, attorno alle 4 del mattino secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine. Per ore, dalla cima di un tetto a pochi passi dalla gru, gli agenti hanno provato a parlare con lui, spinti anche dal timore che un malore provocato dal caldo gli facesse perdere l’equilibrio e lo portasse a precipitare nel vuoto.

Tuttavia per diverse ore Antonio, “molto agitato”, ha rifiutato di ascoltare la polizia, ha rifiutato persino l’imbracatura che i vigili del fuoco gli hanno inviato, e in più di un’occasione si è arrampicato lungo il braccio della struttura minacciando di togliersi la vita. “Ho lavorato tutta la vita – ha gridato l’ex operaio, attrezzato con una giacca calda in vista della notte, uno zaino, un tablet e poi cibo e sigarette forniti dalle forze dell’ordine – guardate cosa mi avete fatto”. Padre di famiglia, “di una bimba di 4 anni” secondo le prime ricostruzioni, la sua storia è quella di un’Italia schiacciata dalla crisi, e di una popolazione che oggi fatica a guardare al futuro.

Ma ad aggravare il malessere dell’uomo avrebbero contribuito anche una disavventura con i carabinieri e un episodio avvenuto con gli operatori Tper. Fermato perché viaggiava sull’autobus con la figlia senza biglietto, lui avrebbe chiesto di non essere costretto a scendere dal mezzo per via della bimba, “li ho pregati di non essere messo in difficoltà davanti a lei”, e, in seguito a un’accesa discussione, sarebbe stato denunciato. “Ha qualche piccolo precedente penale” conferma il dirigente di polizia Stanislao Caruso, che in mattinata ha cercato di contattare la compagna dell’uomo, e “il suo caso è già seguitissimo dai servizi sociali”, ha chiarito anche l’assessore al Welfare del Comune di Bologna Amelia Frascaroli, che ha raggiunto il cantiere di via Oberdan in mattinata per conoscere i dettagli di una situazione fin da subito “molto tesa”.

Antonio “era agitato, stava male” e nel gridare alla polizia si sporgeva molto, generando il timore che potesse precipitare accidentalmente. “Faremo il possibile per aiutarlo” ha assicurato anche Lorenzo Cipriani, consigliere comunale di Sinistra, Ecologia e Libertà, intervenuto insieme ad Asia, l’associazione inquilini e abitanti, dell’Usb, l’unione sindacale di base, per esprimere solidarietà all’ex operaio.

Solo alle 13.25, infine, “dopo che la polizia è riuscita a convincerlo a desistere” Antonio D.R. ha gettato nel vuoto il suo striscione, lo zaino con il quale era salito, e ha deciso di scendere, accolto dal personale del 188, dai vigili del fuoco e dall’assessore al Welfare del Comune di Bologna Amelia Frascaroli, la prima a parlare con lui. E a smentire l’ipotesi che alle spalle del gesto ci fosse anche uno sfratto esecutivo in corso. “E’ un ragazzo molto addolorato dai suoi problemi personali che in un momento di fragilità estrema si è arrampicato” ha detto Frascaroli. “I suoi problemi derivano da una questione personale” legata “a un problema di eredità nel quale non si può entrare per rispettare la sua privacy”.

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