Dopo un anno e mezzo, cala il costo del lavoro in Italia. Il dato è in flessione dello 0,7% nel secondo trimestre del 2013 rispetto ai primi tre mesi dell’anno. La rilevazione è stata fatta dall’Ocse, che segnala come il dato sia legato al forte calo delle retribuzioni (-0,7%) a fronte di una produttività rimasta immutata.

La flessione del costo del lavoro è meno accentuata nell’intera area Ocse, dove scende dello 0,2% rispetto al trimestre precedente: un risultato, spiega l’organizzazione, che emerge dalla crescita della competitività (+0,4%) che ha superato la crescita delle retribuzioni (+0,2%). Ma è tutta l’Eurozona che – per la prima volta dal primo trimestre 2011 – fa registrare un calo (-0,3%). Su base annua il costo del lavoro nell’area Ocse è salito dello 0,9%, rispetto al +1,3% tendenziale del primo trimestre 2013.

Intanto l’Istat pubblica i dati sulle ore lavorate per dipendente in Italia, che nel secondo trimestre 2013 calano dello 0,3% su base annua mentre aumentano dello 0,4% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Nel secondo trimestre 2013,  i dipendenti dell’industria hanno lavorato per un numero di ore in aumento dello 0,1% rispetto all’anno scorso, che sale allo 0,7% su base congiunturale. In particolare, nel settore delle costruzioni, il dato è in calo dell’1,9% in confronto allo stesso periodo del 2012, mentre aumenta dell’1,6% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Nei servizi, le ore registrano un calo dello 0,5% su base annua e un incremento dello 0,3% rispetto al primo trimestre.

L’incidenza delle ore di cassa integrazione utilizzate è pari a 39,6 ore ogni mille lavorate, con un aumento, sul secondo trimestre 2012, di 0,8 ore ogni mille. Il peso delle ore di cig scende a 68 ore ogni mille lavorate nell’industria e sale a 15,2 ore nei servizi. Gli straordinari incidono per il 3,4% delle ore lavorate, in calo di 0,2 punti percentuali sul secondo trimestre 2012.

Articolo Successivo

Aumento Iva, Federconsumatori: “Costerà alle famiglie 207 euro in più all’anno”

next