Il traguardo, quello vero, è quasi raggiunto. L’Italia è nei quarti di finale degli Europei di basket in Slovenia 2013. E adesso la qualificazione ai prossimi Mondiali di Spagna 2014 è davvero a portata di mano. Alla vigilia del torneo, l’obiettivo minimo era passare il durissimo girone preliminare con Grecia, Russia e Turchia, coinciso anche con quello della seconda. Merito della formula studiata dagli organizzatori: nel secondo girone a sei, ogni squadra si portava dietro i risultati maturati nel primo gruppo contro le squadre qualificate (Grecia e Finlandia). E quelle vittorie sono bastate perché l’Italia si ritrovasse matematicamente qualificata ai quarti già dopo le prime due partite della seconda fase, perse contro Slovenia e Croazia. Poi è arrivata la folle vittoria contro la Spagna: da meno 14 al successo al supplementare.

Un match ininfluente per entrambe, ma fino a un certo punto, per come lo si è vinto e per gli accoppiamenti da esso determinati. Nel secondo girone, però, la marcia trionfale d’inizio Europei si è inceppata. Dopo cinque vittorie sono arrivate due sconfitte brucianti. Contro i padroni di casa della Slovenia gli azzurri sono incappati in una partita difficile e in uno stop tutto sommato accettabile. Meno lo è stato quello contro la Croazia, sulla carta uno spareggio da vincere ad ogni costo: l’Italia è partita benissimo, poi si è smarrita in maniera preoccupante. Fortunatamente la vittoria della Slovenia sulla Grecia ha rimesso a posto le cose. Restano, però, i dubbi su ciò che non ha funzionato. Nonostante un Marco Cusin sempre più convincente, sono riesplosi i limiti a centro area del ‘piccolo’ roster azzurro. Concedere continuamente doppi possessi agli avversari, alla lunga, si paga. E non è solo questione di rimbalzi: lo spagnolo Marc Gasol (in questo momento uno dei migliori centri al mondo), ci ha letteralmente massacrato con oltre 30 punti a referto.

Qualche problema anche in attacco. Belinelli, in versione superstar contro la Grecia, si è eclissato: gli avversari gli hanno riservato una marcatura degna di una stella Nba, lui è andato in confusione. E senza il suo riferimento anche gli altri vanno a corrente alternata, con l’eccezione del solo Gentile, molto più giocatore vero di quanto dicano i suoi 20 anni. Soprattutto, si sono rivisti quegli orribili black-out nel terzo quarto che avevano caratterizzato la preparazione estiva. Di positivo resta la capacità di reagire, ma le sconfitte insegnano che non sempre le rimonte degli ultimi minuti possono bastare. Forse l’Italia ha pagato la pressione di giocare con le attese del pronostico, dopo aver dimostrato di essere di nuovo competitiva a livello internazionale. Forse, contro squadre più forti delle modeste Turchia e Russia eliminate nella prima fase, è semplicemente tornata con i piedi per terra.

Tutto, però, è ancora possibile. E l’incredibile vittoria all’overtime contro la Spagna lascia in dote un’iniezione di fiducia che può davvero rappresentare l’arma in più a questo punto del torneo. Se la Spagna arriverà fra le prime sei, basterà vincere una delle prossime tre partite (i quarti, poi in caso di sconfitta le finali dal quinto all’ottavo posto) per accedere ai Mondiali 2014 (gli iberici sono qualificati in qualità di Paese ospitante). Una competizione a cui l’Italia manca dal 2006. Vincere la prima partita, però, significherebbe anche passare alle semifinali. Giocarsi una medaglia europea, contro la vincente di Croazia-Ucraina. L’ultima volta risale addirittura ad un decennio fa: era il 2003, era la nazionale di Recalcati, Basile e Galanda, che avrebbe poi conquistato lo storico argento olimpico di Atene 2004. Oggi, forse, una nuova Italia sta nascendo, sotto la guida di Pianigiani. Giovedì 19, alle 21, c’è la Lituania: dominerà sotto canestro con la “stellina” Valanciunas (il diminutivo è solo per l’età: 21 anni, è alto 2.11 metri e pesa 105 chili); avrà il talento di Kleiza, la solidità di Kalnietis, l’esperienza dei gemelli Lavrinovic. E’ forte, è favorita. Ma non è imbattibile.

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