8 settembre 2013, ore 10:11: “#Casaleggio vuole parlare senza fotografi e giornalisti. Bisogna chiedere il tso e lo streaming coatto #M5S”. E’ un tweet di Luca Telese. L’ex direttore del fu quotidiano Pubblico è riuscito con magnifica grazia, e in meno di 140 caratteri, a scrivere sia una pessima battuta che una bugia.
 
Lo stesso Gianroberto Casaleggio smentisce Telese, scrivendo sul blog di Beppe Grillo: “La fantasia al potere sembra essere la parola d’ordine di alcuni giornalisti. Io non ho vietato l’ingresso di fotografi o giornalisti in sala, non ne avevo comunque la facoltà, e non mi sono adirato per i tweet sul mio intervento, che peraltro non ho neppure letto, come riportato da alcuni favolisti”.
Casaleggio è stato soltanto uno dei relatori del forum Ambrosetti a Cernobbio, in altre parole un ospite. Non è stato Casaleggio a dettare le regole per la stampa, bensì “The European House – Ambrosetti”, che dal 1975 organizza questo prestigioso meeting di inizio settembre.

Il tso bisognerebbe chiederlo non per Casaleggio, ma per Luca Telese. Tso nel senso di Trattamento Stipendio Obbligatorio: ex collaboratori del fu quotidiano Pubblico ancora sospirano in attesa della pecunia non elargita. I tapini avrebbero dovuto blitzare il loro ex direttore irresponsabile fra i banchi di Forum, durante la sua ‘marchetta’ per Matrix: hanno perso un’occasione unica per fare richiesta di tso con salario coatto. E quando gli ricapita di incontrare Telese in tribunale?
 

Altra bufala: Casaleggio avrebbe addirittura litigato con i fotografi. Così titola Il Giornale: “Casaleggio a Cernobbio. “Spiego le idee del M5S”. Ma litiga con i fotografi”.

Questo è semplicemente falso. Come dimostra questo video, Casaleggio non ha affatto litigato con i fotografi o con i giornalisti (non sarebbe del suo stile, mica è uno scalciante La Russa). Il co-fondatore del M5S ha piuttosto preferito evitare di rispondere ai giornalisti, chiedendo a chi di dovere di garantirgli un minimo di tranquillità.

Perché Casaleggio, a parte rare eccezioni, preferisce non rispondere alla stampa italiana? Forse per non stimolare la già ipertrofica fantasia dei giornalisti nostrani, sempre pronti a confezionare titoli creativi come quelli del Giornale. E quando un giornale non ce l’hanno più, per sbrigliare la fantasia basta un tweet.

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