La frase è apparsa scritta su un cartello celeste, color Popolo della Libertà, affisso alla porta a vetri che dà accesso alla sede di Ravenna del partito dei berlusconiani: “La giustizia è più stuprata delle donne e il suo stupro il più impunito dei delitti”. A denunciare quelle parole scritte a mano, in pennarello scuro, dai militanti azzurri della cittadina della Riviera Romagnola è il deputato di Sinistra, Ecologia e Libertà, Giovanni Paglia. Che dopo aver scattato una foto “al farneticante manifesto”, una citazione rimaneggiata del pensiero dell’economista Sergio Ricossa, tra i principali sostenitori del liberalismo italiano, che al posto di ‘giustizia’ parlava di ‘libertà’, scrive: “Ci sono cose che lasciano senza parole, eppure bisogna commentarle”. Perché, spiega Paglia, “questo” succede “nel paese che vive ogni giorno la tragedia del femminicidio, che non riesce a trovare le risorse per finanziare provvedimenti a favore delle donne vittime di violenza, che è ricattato quotidianamente da un pregiudicato per frode fiscale, Silvio Berlusconi”.

Un accostamento “inaccettabile” in tutti i sensi, “offensivo per l’Italia e per gli italiani”, quindi, quello tracciato dai pidiellini, secondo Paglia: sia perché accosta il termine ‘giustizia’ alle vicende giudiziarie dell’ex presidente del consiglio Berlusconi, protagonista del braccio di ferro in corso alla Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato dopo la condanna in via definitiva per frode fiscale dello scorso agosto, “e nonostante questo difeso dal suo partito, che dimentica persino quale sia il proprio dovere nei confronti degli elettori, e invece di preoccuparsi del paese ne minaccia la stabilità, impegnato a trovare vie secondarie perché al leader venga concessa una qualche forma di assoluzione”.

Sia perché il linguaggio scelto si riferisce a un problema “gravissimo”, con cui in Italia “abbiamo a che fare tutti i giorni”. “Purtroppo il numero delle donne vittime di violenze e di femminicidio è in costante crescita” sottolinea Paglia. Secondo i aggiornati al mese di agosto sono 99 le donne uccise nel Belpaese dall’inizio dell’anno, 70 delle quali all’interno dell’ambito familiare o affettivo. E sempre donne sono il 77,52% delle vittime di atti “persecutori”, lo stalking, per un totale di 3.751 casi. Dati che crescono mese dopo mese, giorno dopo giorno, e che nemmeno riescono a dipingere il vero quadro di un problema che assume sempre più i toni di una piaga sociale. Perché ci sono sempre le storie sottaciute, le violenze non raccontate. E sono molte. “Quella parola, ‘stupro’, andrebbe quindi usata con molta meno leggerezza” spiega il deputato Sel.

Pertanto, la richiesta di Paglia è che quel manifesto “sia rimosso immediatamente”. Anzi, attacca il parlamentare di centrosinistra, andrebbe rimosso “dal paese il delirio di un partito che quotidianamente ne avvelena la vita pubblica. Vergognatevi signori del Pdl, ammesso che ne siate ancora capaci”.

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