L’Università di Bologna si riconferma, anche per l’edizione 2013 del ranking internazionale QS (Quacquarelli Symonds), il migliore ateneo italiano. “La classifica, che pure non è Vangelo perché risente dei limiti di tutte le valutazioni che confrontano realtà eterogenee – ha dichiarato il rettore dell’Università di Bologna Ivano Dionigi – è motivo di una duplice soddisfazione e sorpresa: la prima, più in generale, riguarda la tenuta complessiva, anzi il miglioramento del sistema universitario pubblico nonostante gli anni delle vacche magre; la seconda, in particolare, riguarda la riconferma del primato dell’Alma Mater che si rafforza passando dal 194° al 188° posto su oltre 2000 istituzioni valutate”.

L’Alma Mater Studiorum risulta, infatti 188esima, e sopravanza nella classifica generale La Sapienza di Roma (194esima), il Politecnico di Milano (230esimo), l’ateneo di Pisa (259esimo), e quello di Padova (267esimo). Gli indicatori presi in considerazione dalla società inglese, network mondiale dedicato alla formazione e alle professioni, sono: reputazione accademica, studenti, internazionalizzazione, citazioni e pubblicazioni scientifiche e opinione delle imprese. Nel giudizio di QS delle cinque macro aree scientifico-disciplinari Bologna spicca a livello internazionale al 57° posto delle “Arts and Humanities” cui seguono il 113° posto di “Social Science and Management”; il 118° posto di “Natural Sciences”; il 142° posto di “Life Sciences e Medicine” e il 169° posto di “Engeneering and Technology”. “Se tutte le realtà pubbliche e statali dessero di sé analoga prova – conclude il Rettore – questo Paese andrebbe sicuramente molto meglio”.

La classifica QS quest’anno ha preso in considerazione 800 strutture, 100 in più del 2012, riconoscendo a tutti e 26 gli atenei presenti in classifica avanzamenti in classifica rispetto all’anno scorso. Tra le sorprese, gli inserimenti ex novo in classifica, di ben quattro atenei tricolori: due big come Milano Bicocca e Roma Tre e, un po’ a fondo classifica, due minori, Brescia e Verona.

Il prestigioso posizionamento nella classifica QS per l’ateneo felsineo arriva a sole 24 ore dal plateale sfogo del rettore bolognese. Ivano Dionigi, salutando i ragazzi intenti a misurarsi nel test d’ingresso alla facoltà di Medicina – solo nel capoluogo emiliano tremila candidati per 440 posti – si era sfogato con la stampa: “Va bene i grandi numeri, coloro che avranno successo perché ammessi, chi si laurea e diventa dottore di ricerca. Il problema è tutto il resto, tutti gli altri di tutti i giorni e di tutte le università. Credo che siamo arrivati al nodo e prima ce lo diciamo tutti e meglio è. Per almeno tre mesi la politica, le istituzioni, i mass media dovrebbero parlare del mancato lavoro per i giovani, questa è la tragedia del Paese, il vero dramma che rischia di schiacciarci tutti al di là della nostra buona volontà, migliaia di giovani che faranno l’università e che non troveranno lavoro nonostante abbiamo meno nati e meno laureati del necessario”.

Per Dionigi il cahier de doleances non finisce qui: “Sino a dieci anni fa bastava preparare bene i ragazzi, garantire i docenti migliori e il diritto allo studio, ora noi rettori abbiamo un mestiere supplementare, aiutare i giovani nell’ingresso nel mercato del lavoro, pensare a corsi più curvati sulle esigenze della società, preoccuparci di offrire stage, esperienze all’estero, tenere rapporti con l’industria”. “Ai ragazzi”, ha poi concluso, “dico che non devono demordere, che il Paese si salverà per merito loro, che devono cercare di essere migliori, non degli altri, ma per sé stessi”.

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