Venerdì scorso dodici deputati del M5S sono saliti sul tetto di Montecitorio, hanno srotolato lo striscione ‘La Costituzione è di tutti’, hanno lanciato volantini, hanno dichiarato di voler rimanere sul tetto a oltranza («finché non cambia qualcosa», ha detto Di Stefano), hanno ottenuto il sostegno di Grillo (sul blog, su Facebook, per telefono), per poi restarci, invece, solo una notte e ridiscendere il giorno dopo, accolti da qualche centinaio di simpatizzanti. Pare dovranno pure accollarsi i costi delle ore in più fatte dal personale e del coinvolgimento di vigili del fuoco e altri operatori di sicurezza. Terminata l’operazione, ne hanno spiegato le ragioni: «Abbiamo raggiunto lo scopo di attirare l’attenzione su quello che sta accadendo in Parlamento, dove si vuole derogare l’articolo 138 della Costituzione. Siccome si tratta di un articolo cardine, non vogliamo la deroga proposta dai partiti», ha dichiarato a Rai News24 Carlo Sibilia, uno dei partecipanti.

Pura comunicazione insomma, mirata ad attirare l’attenzione dei media, che altrimenti trascurano l’operato del M5S in Parlamento. Come fanno gli operai quando salgono sui tetti delle fabbriche, hanno detto. Come fecero gli studenti nell’autunno del 2010 – aggiungo io – quando occuparono la Torre di Pisa e il Colosseo, ottenendo l’attenzione dei media di tutto il mondo. Come fecero i ricercatori universitari, sempre nell’autunno del 2010, quando salirono sui tetti delle università, ottenendo visite e omaggi da molti politici (vedi Bersani va sul tetto) e un po’ di attenzione da parte almeno dei media nazionali.

Vero: l’azione ha ricordato a tutti – per qualche ora almeno – che in Parlamento si discute di Costituzione e che gli attivisti M5S sono concentrati anche su questo. Ma l’azione ha alcune implicazioni importanti, non tutte positive per il M5S. Innanzi tutto ripensiamo al passato: cessata l’attenzione mediatica sulle azioni spettacolari degli studenti sulla Torre di Pisa e sul Colosseo e dei ricercatori sui tetti, qualcuno ricorda per caso qualche effetto concreto e positivo per loro di quelle proteste? Io no. Ecco allora alcune implicazioni dell’azione simbolica del M5S:

  1. siamo dentro a Montecitorio, luogo di massimo potere e operatività (almeno visto dall’esterno), ma nonostante questo non riusciamo a incidere sull’azione parlamentare, dunque facciamo azioni spettacolari;
  2. siamo dentro a Montecitorio, luogo di massima visibilità (almeno per come appare agli elettori), ma nonostante questo non riusciamo a ottenere attenzione mediatica su ciò che facciamo, dunque facciamo azioni spettacolari;
  3. abbiamo scelto di agire come gli studenti, i ricercatori e gli operai, dunque siamo come loro (ottimo, dal punto di vista della rappresentanza), ma la nostra azione spettacolare non porterà a niente come non hanno portato a niente le loro negli ultimi anni (pessimo, dal punto di vista dei risultati della rappresentanza).

Conclusione: la salita sul tetto di Montecitorio conferma e rinforza l’idea che il M5S sia puro e semplice movimento di protesta, che non ambisce a governare. Il che piace a tutti coloro (e sono molti) che l’hanno votato e continueranno a votarlo per pura e semplice protesta. Ma certo scontenta tutti coloro (e sono molti pure questi) che l’hanno votato sperando riuscissero concretamente e operativamente a cambiare qualcosa dentro il Palazzo. Non a caso gli attuali sondaggi quotano M5S sotto il 20%. Se continua così, scenderà ancora (vedi M5S: finirà per ridursi come una nuova Lega?).

 

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