Il rapporto degli ispettori dell’Onu sulla Siria sarà probabilmente consegnato alla fine della prossima settimana. Ad affermarlo è stato il presidente francese Francois Hollande, annunciando che si rivolgerà alla nazione dopo il voto del Congresso Usa e il rapporto delle Nazioni Unite. L’Onu – come ha fatto sapere il portavoce Martin Nesirkynon – non diffonderà alcuna “relazione preliminare”, ma il report andrà direttamente al Consiglio di sicurezza e agli altri Stati membri una volta che i laboratori completeranno i test sui campioni raccolti dagli ispettori per verificare l’uso di armi chimiche. “Non stiamo dicendo quando sarà”, ha aggiunto, “se non che sarà al più presto nei limiti del fattibile. Si tratta di scadenze scientifiche, non politiche”.

Nel giorno del discorso alla nazione e all’indomani del gelo da guerra fredda con la Russia, per Barack Obama arrivano notizie agrodolci dall’Europa, che sta decidendo se schierarsi o meno al fianco degli Stati Uniti in caso di raid aerei sulla Siria. In tal senso, hanno un peso specifico importante per gli Stati Uniti le parole di Catherine Ashton da Vilnius. Secondo l’alto rappresentante Ue per la politica estera, infatti, gli europei sono per una “risposta forte” all’attacco chimico del 21 agosto, sul quale le informazioni a disposizioni mostrano la responsabilità del regime di Assad. Musica per le orecchie di Obama, tanto che il segretario di Stato Usa John Kerry ha plaudito all’Europa dicendosi “molto grato per la forte dichiarazione” dei Paesi Ue e sottolineando che il testo chiede che i responsabili dell’attacco chimico rendano conto delle loro azioni”. Kerry ha parlato da Vilnius dove ha preso parte alla riunione dei ministri degli Esteri dei 28.

Obama, però, poi ha dovuto ingoiare anche un’altra dichiarazione di certo meno gradita. La Ashton, infatti, ha salutato con favore la decisione del presidente francese Francois Hollande annunciata ieri al G20 di voler aspettare il rapporto degli ispettori delle Nazioni Unite prima di intraprendere un’azione militare contro il regime siriano. Un colpo non da poco per gli Stati Uniti.

Nel frattempo, però, il fronte anti Assad e pro Obama si arricchisce di un elemento dal peso specifico importante. La Germania ha deciso di unirsi all’appello contenuto in un documento firmato ieri a margine del G20 da 11 Paesi – tra cui l’Italia – per una reazione internazionale “forte” dopo l’attacco con armi chimiche del regime di Assad. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Guido Westerwelle. In un primo momento, invece, Berlino non aveva firmato il documento.

Sul fronte italiano, invece, da registrare la presa di posizione del ministro degli Esteri Emma Bonino. “L’Italia ha un’alleanza strategica con gli Usa, ma mantiene una differenza sul metodo di reazione in Siria” ha detto la titolare della Farnesina da Vilnius, dove ha definito “impensabile” un’azione militare senza l’Onu. “Se poi mi vogliono far passare per anti-americana, a me poverina…”, ha chiosato Bonino allargando le braccia. “Per noi bisogna aspettare il rapporto degli ispettori e anche se sappiamo che mandato non è attribuire responsabilità crediamo che fornirà una ricostruzione più obiettiva di quello che è successo” ha detto il ministro, il quale si aspetta che “dopo questo rapporto anche Russia e Cina lascino funzionare il Congresso per quanto riguarda il mantenimento della pace e della sicurezza”.

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