Queste giornate di fine estate sembrano proprio annunciare un autunno caldissimo.

Non credo che sia mai capitato nella storia politica italiana che, alla ripresa – anticipata – dei lavori istituzionali della politica nazionale, ci fosse una mobilitazione così intensa come quella prevista oggi, domani e dopodomani.

Innanzitutto oggi. In p.zza SS. Apostoli dalle 14 in poi, ci sarà l’iniziativa promossa dai cittadini che hanno a cuore la difesa della nostra Costituzione che sotto lo slogan “La Costituzione non si tocca! Difendiamola noi.” si sono autoconvocati grazie al vecchio caro passaparola orale e al tam-tam dei socialnetwork. Una iniziativa che, senza differenze, vuole unire sotto il tricolore tutti coloro che sono preoccupati per il tentativo portato avanti da chi vuole usare il grimaldello della modifica dell’articolo 138 della nostra Costituzione, per scardinare tutto l’impianto della nostra Carta. “Caro Sandro Pertini, nei prossimi giorni ci sarà la fine dell’Italia: verrà cambiata la Carta Costituzionale, e molti italiani non sanno neanche cosa stia accadendo; è questione di qualche giorno e spariranno molti dei nostri diritti.” così inizia il manifesto scritto dai cittadini indignati che hanno promosso l’iniziativa di oggi. Per questo è importante esserci. 

Domani si svolgerà a Roma dalle ore 10.30 presso il centro Congressi Frentani, via dei Frentani 4, l’assemblea aperta proposta lo scorso 6 agosto da Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Don Luigi Ciotti, Lorenza Carlassare, Maurizio Landini con l’obiettivo “di avviare nel paese una discussione e una mobilitazione per dare piena attuazione ai diritti e princìpi fondamentali sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.” E lanciare la grande manifestazione nazionale prevista per il 5 ottobre.

L’assemblea fa riferimento all’appello “Salviamo la Costituzione” promosso dal “Fatto Quotidiano” alla fine di luglio e che marcia trionfalmente verso l’obiettivo delle 500.000 firme. Un appello in cui si contesta il fatto che “In fretta e furia e nel pressoché unanime silenzio dei grandi mezzi d’informazione la Camera dei Deputati ha iniziato a esaminare il disegno di legge governativo, già approvato dal Senato, di revisione dall’articolo 138, che fa saltare la “valvola di sicurezza” pensata dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti della Costituzione.” e nel quale si invita a fermare l’iter istituzionale del cambiamento dell’art 138 coinvolgendo l’opinione pubblica nel dibattito che si sta svolgendo nelle aule parlamentari.

E così arriviamo a lunedì 9 settembre, quando ci sarà la riunione decisiva della Giunta del Senato che dovrà decidere sulla decadenza di Berlusconi a seguito della sua condanna Per questo abbiamo organizzato “Decadenza. Senza se e senza ma”: un presidio con Speakers’ Corner proprio davanti al Senato, in p.zza della Cinque Lune, a partire dalle 15.30. Noi crediamo che nessuna “agibilità politica” o pressione sul Parlamento e sul Governo possa essere accettata. La condanna di Berlusconi è definitiva, come chiara deve essere la sua decadenza. 

Tre giorni per difendere la Costituzione e le istituzioni, ma anche per discutere e per aggregare tutti i cittadini che, aldilà delle differenze politiche, hanno capito che non è il momento di restare zitti e buoni. E ci stiamo riuscendo. Grazie anche al lavoro dei parlamentari del Movimento 5 Stelle e Sel – bisogna dargliene atto – che stanno tentando in tutte le maniere di bloccare chi vorrebbe stravolgere la Costituzione e concedere un trattamento di favore al pregiudicato Berlusconi. E che si collegano continuamente con queste iniziative.

Siamo in ballo e non possiamo mollare adesso. Questo è solo il preambolo di un autunno caldissimo. In cui non permetteremo quel che è accaduto gli scorsi 20 anni: che per difendere gli interessi di uno, si stravolga un intero Paese.

Un buon segnale, in questo senso, arriva da #nomessaggioberlusconi, la petizione che abbiamo lanciato su Change.org per chiedere che la Rai non mandi onda il videomessaggio senza contraddittorio del pregiudicato: siamo vicini alle 70.000 firme raccolte.

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