Prorogare di un anno di cassa integrazione straordinaria per oltre 5mila lavoratori di Mirafiori. E’ questo il contraltare del miliardo di investimenti promesso mercoledì da Sergio Marchionne ai sindacati che hanno firmato il suo contrattto. La richiesta è già stata presentata dalla Fiat alla Regione Piemonte con la giustificazione della riorganizzazione aziendale dello stabilimento torinese. In dettaglio l’intervento riguarderà 5.321 lavoratori dal primo ottobre 2013 al 28 settembre 2014. La Regione dovrà ora convocare un incontro con Fiat e sindacati per l’esame congiunto relativo alla richiesta di cassa integrazione.

Una mossa, quella del Lingotto, che quindi lega inequivocabilmente il roboante annuncio dell’investimento alla chiave di volta per ottenere nuovi ammortizzatori. Proprio nel giorno in cui i dati Inps svelano un nuovo balzo della cassa integrazione avvenuto nel mese di agosto. Quando sono state autorizzate 75,3 milioni di ore di cig contro i 67 milioni di un anno fa, cioè il 12,4% in più. In aumento, in particolare, il ricorso agli interventi straordinari e in deroga, mentre le ore di cig ordinaria, probabilmente per raggiunti limiti, sono in calo.

E così a fare da traino per questo rialzo è stata la cassa integrazione in deroga. Le ore autorizzate il mese scorso sono state 38,1 milioni nel 2013 contro i 29,9 del 2012, con un incremento del 27,2% in un anno. In aumento anche la cig straordinaria, che è passata da 26,2 a 28,9 milioni di ore, con un significativo +10,4 per cento. In controtendenza, invece, l’andamento della cassa integrazione ordinaria , per cui sono state autorizzate 8,4 milioni di ore contro i 10,9 milioni dell’anno scorso, con un calo pari al 23,3 per cento. In particolare, il ricorso alla cig ordinaria diminuisce del 33,3% nel settore industria e del 12,9% nel settore edilizia.

La difformità tra gli andamenti di cassa integrazione in deroga e straordinaria, da una parte, e ordinaria, dall’altra, non è un buon segnale per l’economia italiana. L’intervento straordinario, infatti, è previsto quando la crisi dell’azienda abbia particolare rilevanza per il settore o il territorio o quando l’impresa sia soggetta a fallimento o liquidazione coatta. Senza contare che questo tipo di cig prevede un maggiore onere per lo Stato rispetto alla cassa integrazione ordinaria. Insomma, sempre più aziende in difficoltà sono costrette a chiedere l’intervento dello Stato, nonostante il dichiarato ottimismo del presidente del consiglio e del ministro del Tesoro sui segnali di ripresa.

Senza contare che far quadrare i conti degli ammortizzatori sociali finora è stata un’impresa, come testimonia la lunga attesa dei cassintegrati in deroga per il rifinanziamento da 500 milioni sul pregresso del 2013 arrivato soltanto col decreto Imu. Tanto che perfino il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, ha parlato di “insopportabile stillicidio”, invitando il governo a “farsi carico di completare la copertura dell’intero anno, nonché di programmare, con la legge di stabilità, risorse adeguate per il 2014”.

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