Nuovi guai in vista per Marco Tronchetti Provera. Secondo quanto rivelato da Repubblica, infatti, la Consob sta facendo delle verifiche sul prezzo dell’offerta pubblica di acquisto su Camfin, la holding che controlla Pirelli, lanciata dallo stesso Tronchetti Provera insieme al fondo Clessidra, Intesa Sanpaolo e Unicredit attraverso il veicolo Lauro61.

La Commissione di Giuseppe Vegas non ha fatto ancora alcuna contestazione formale alla società che nei mesi scorsi aveva preso il controllo del 61% della holding liberando Tronchetti dallo scomodo socio Malacalza e, quindi, lanciato l’offerta obbligatoria a 0,8 euro tutt’ora in corso (il termine è per il 13 settembre).

Ma il sospetto sarebbe quello di un’intesa tra le parti a danno del mercato e, quindi, dei piccoli risparmiatori. In particolare, secondo la ricostruzione del quotidiano del gruppo Espresso, Lauro 61, la società nata per acquistare le azioni Camfin dal gruppo Malacalza, potrebbe aver dichiarato un prezzo inferiore (0,8 euro) a quello che ragionevolmente le parti avrebbero attribuito ai titoli se non ci fosse stata contestualmente un’altra operazione, cioè l’acquisto da parte degli steii Malacalza di una partecipazione diretta in Pirelli. La questione non è da poco, visto che è su quel valore che si basa il prezzo dell’Opa riservata ai piccoli risparmiatori fuori dai giochi.

In pratica, quindi, la Consob è convinta che l’arrivo di Lauro in Camfin rilevando le quote dei Malacalza, il rientro dei genovesi al piano di sotto, in Pirelli, e l’accordo di questi ultimi con Tronchetti Provera per deporre le armi siano tre tappe di un’unica operazione. E, nell’ambito di tali passaggi, Malacalza Investimenti avrebbe accettato di cedere le azioni Camfin a un prezzo contenuto a 0,8 euro perché avrebbe avuto a sconto il 7% di Pirelli da altri soci del patto del gruppo di pneumatici, cioè Allianz e Fondiaria Sai. Su questi ultimi avrebbero fatto pressioni Tronchetti da una parte e Unicredit dall’altra.

Dal canto suo Lauro respinge i rilievi e lo stesso fa l’ad di Piazza Cordusio, Federico Ghizzoni: “Siamo assolutamente convinti di aver fatto le cose in assoluta trasparenza e nel rispetto delle regole di mercato”, dice il banchiere. L’acquisto di azioni Camfin da parte di Lauro e quello di azioni Pirelli da parte dei genovesi “sono due operazioni totalmente separate e che non hanno alcuna interdipendenza negoziale”, afferma invece la holding in una nota che bolla come “inverosimile” l’ipotesi che Tronchetti e Unicredit abbiano potuto obbligare Allianz e FonSai, che sono rispettivamente azionista e debitore della banca, a cedere le azioni un prezzo non ritenuto dalle due compagnie “congruo o vantaggioso”.

“La stessa Consob, del resto, riconosce che Allianz e FonSai hanno agito autonomamente e secondo proprie valutazioni di convenienza economica”, continua la nota che ritiene “altrettanto non credibile” che Tronchetti e la banca abbiano imposto a tutti i soci del patto Pirelli lo svincolo delle quote di Allianz e FonSai. In conclusione, argomenta Lauro, “risulta priva di fondamento l’ipotesi di uno scambio tra azioni Camfin e azioni Pirelli che avrebbe portato Mtp e e Unicredit a favorire la vendita a sconto di azioni Pirelli da parte di Allianz e Fonsai a Malacalza” per mantenere più basso il prezzo dell’Opa.

La Commissione, in goni caso, terminerà le verifiche in tempi brevi e se non condividerà gli argomenti a difesa della correttezza dell’operazione, elencati dalla cordata dell’ex presidente di Telecom Italia, l’authority potrà chiedere di alzare il prezzo. Del resto lo ha già fatto nel recente passato con l’Opa dei francesi di Edf su Edison.

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