Una delle tante, troppe verità negate, secondo la consolidata prassi italica. È il 20 marzo del 1994 quando Ilaria Alpi, inviata del Tg3 in Somalia, e il suo operatore Miran Hrovatin vengono uccisi a Mogadiscio a colpi di kalashnikov. Illesi autista e guardia del corpo che si trovavano sulla stessa auto in cui si consuma l’agguato. La Alpi, in Somalia per seguire l’operazione Restore Hope, stava indagando su un traffico di armi e rifiuti tossici che coinvolgeva vertici istituzionali e militari italiani. Una morte che la Commissione di inchiesta istituita nel 2006 e presieduta da Carlo Taormina dichiarò essere la conseguenza di una “vacanza finita tragicamente”.

A quasi vent’anni di distanza da quelle morti senza giustizia il Premio Ilaria Alpi di Riccione, organizzato dall’Associazione Ilaria Alpi, continua il proprio impegno di commemorazione della giornalista uccisa e di valorizzazione del giornalismo di inchiesta. Dal 4 all’8 settembre al Palazzo dei Congressi di Riccione le proiezioni dei servizi giornalistici in concorso si alterneranno a dibattiti, workshop, mostre, incontri con gli autori, rassegne e retrospettive.

Numerosi gli ospiti di questa 19ma edizione intitolata alla giovane giornalista e scrittrice iraniana Susan Mohammadkani Ghissyanad, esule in Francia dopo esser stata più volte detenuta nel suo paese: dal Ministro Cecile Kyenge a Debora Serracchiani, da Gad Lerner a Corrado Formigli, e ancora Carlo Freccero, Milena Gabanelli, Domenico Iannacone, volti noti della tv come Diego Bianchi aka Zoro e Pif, star del web come il fumettista Makkox e gli spietati autori satirici di Spinoza.it. Venticinque i finalisti dell’esizione 2013 del Premio, con inchieste che spaziano dalla mafia al riciclaggio, dalla crisi politica alle guerre, dai disastri della finanza globale alle nuove povertà, come nel servizio di Alberto Maio sul dormitorio di via Capo di Lucca a Bologna, meta di un numero sempre crescente di famiglie in strada.

Il Premio apre mercoledì 4 settembre con la proiezione di un documentario di Sebastian Junger, autore del best seller “The perfect storm” da cui fu tratto l’omonimo kolossal hollywoodiano con George Clooney: Which way is the frontline from here? The life and time of Tim Hetherington è dedicato alla memoria dell’amico Tim Hetherington, uno dei giornalisti di guerra più famosi di tutti i tempi, ucciso nel 2011 in Libia durante la rivolta civile anti Gheddafi. Giovedì 5 “Non tacere!”, serata dedicata ad Ilaria Alpi e alla libertà di informazione, mentre venerdì 6 il giornalista Alberto Nerazzini presenta “Stop Blanqueo”, focus sul riciclaggio attraverso il sistema bancario tra Italia e Spagna, viaggio sulle orme dei proventi del narcotraffico tra Calabria, Emilia Romagna, Rimini e Marbella. Sabato 7 l’intervista al Ministro Kyenge che toccherà, inevitabilmente, i temi dell’immigrazione e dell’integrazione, e la proiezione di Goldman Sachs. La banque qui dirige le monde del giornalista Jerome Fritel, viaggio nel cuore dell’impero più invisibile e spietato della contemporaneità, in grado di giocare con le democrazie del mondo come in una specie di sconfinato casinò, con la connivenza dell’impunità garantita dalla legislazione europea ed americana. Chiusura domenica 8 settembre con l’inaugurazione (Museo dell’Emigrante di San Marino) della mostra fotografica di Fabio Bucciarelli Battle to death, reportage sulla drammatica guerra siriana realizzato tra settembre e ottobre 2012 ad Aleppo, e alle 21 ai Giardini di Villa Mussolini il concerto per musica e parole dei Nobraino “Viaggiare Migrare. Confini poco sottili”, spettacolo realizzato dalla band di Lorenzo Kruger assieme alle penne di Spinoza.it.

Tutte le informazioni sul programma completo si possono trovare sul sito www.premioilariaalpi.it.

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