Il presidente deposto Mohamed Morsi e altri 14 Fratelli musulmani sono stati rinviati a giudizio alla Corte d’assise con l’accusa di aver incitato all’uccisione dei manifestanti nel corso degli incidenti davanti al palazzo presidenziale. Lo annunciano fonti della procura.

Alcune settimane fa l’ex leader era stato condannato da un giudice egiziano ad ulteriori 15 giorni di carcere per un nuovo caso di incitamento alla violenza, per indagare su accuse secondo le quali l’ex leader avrebbe partecipato “ad azioni violente”. Morsi deve inoltre rispondere di un nuovo capo d’accusa per “complicità in omicidio e turtura” dei manifestanti che erano scesi in piazza davanti al palazzo presidenziale alla fine del 2012.

Intanto il presidente ad interim dell’Egitto, Adly Mansour, ha nominato un comitato composto da 50 membri per la revisione della Costituzione, come ha annunciato il portavoce della presidenza, Ihab Badawi, aggiungendo che il comitato si incontrerà l’8 settembre per cominciare le discussioni sulle modifiche già proposte da un gruppo di giudici. La Carta costituzionale era stata approvata sotto il governo islamista di Morsi, destituito con il colpo di Stato dello scorso 3 luglio, ed era stata molto contestata. Proprio dopo il colpo di Stato è stata sospesa.

Secondo la tabella di marcia stabilita dall’esercito, le modifiche alla Costituzione verranno sottoposte a referendum entro due mesi e poi all’inizio del 2014 si dovrebbe andare a nuove elezioni parlamentari e presidenziali.

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