I 101 “traditori” democratici che impallinarono Romano Prodi nelle elezioni per il Quirinale (segnando la fine della segreteria di Pierluigi Bersani) sono lo spettro che da mesi agita la base del Partito democratico, perché potrebbero ripresentarsi durante il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi. L’ex segretario parla di una “sala macchine” organizzata tra chi voleva affossare lui e le candidature al Colle. “Non so chi c’era in sala macchine”, commenta il segretario del partito Guglielmo Epifani, a Genova per inaugurare la Festa democratica nazionale. “Hanno sbagliato”, continua, “ma non c’è bisogno di farci filosofie sopra”. Parole che difficilmente calmeranno gli animi dei tanti militanti che in questi giorni aprono le Feste in tutta Italia, spaventati che i franchi tiratori possano ripresentarsi al Senato, questa volta per salvare il Cavaliere nell’ottica di far sopravvivere il governo di Enrico Letta. “Non è una questione chiusa”, ribatte allora Epifani, “è aperta nelle sue conseguenze e nella sua gravitàa, perché un partito serio rispetta le decisioni prese a maggioranza”  di Franz Baraggino

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