Da tempo seguiamo con partecipazione la missione di un amico lontano, padre Paolo Dall’Oglio. Un grande poeta italiano, Lucio Dalla, ci ha insegnato tanti anni fa che agli amici lontani è importante scrivere; per loro, ma anche per noi. Come lui , anche noi abbiamo cercato il modo per scrivere con più forza, una forza capace di superare la lontananza, che è solo fisica. Questa forza l’abbiamo trovata nel più semplice dei modi possibili, facendolo insieme.

Caro Paolo,

siamo fisicamente lontani dalla terra dove si svolge la tua missione, una missione umanitaria e di pace nella verità e nella testimonianza, per impedire che la lotta per la dignità umana, la libertà e la democrazia contro il regime siriano si sgretoli in lotte fratricide, etniche o irriguardose dell’uomo. La tua scelta di coraggio e dedizione è un servizio reso anche a noi, del quale ti ringraziamo, partecipi. Chi ha varcato i confini è sempre entrato in una terra incognita: a noi interessa solo dirti che non lo hai fatto da solo ma con tutti quelli che come te attendono “il giorno in cui Siria sarà sinonimo di resurrezione”. Sono le parole con cui concludi il tuo ultimo libro, e con le quali hai aperto quello che stai scrivendo.

Con affetto, alcuni dei tuoi amici giornalisti,

Alberto Bobbio, Rosario Carello, Riccardo Cristiano, Maurizio Di Schino, Donatella Della Ratta, Camille Eid, Shadi Fahle, Stefano Femminis, Luca Geronico, Maria Gianniti, Shady Hamadi, Salvatore Mazza, Corradino Mineo, Ruggero Po, Amedeo Ricucci, Alberto Savioli, Lorenzo Trombetta, Gianni Valente, Eva Ziedan

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