E’, ormai, quotidiana la denuncia che i grandi produttori cinematografici e le grandi emittenti televisive rivolgono al web ed ai suoi utenti, colpevoli di utilizzare abusivamente i propri contenuti senza pagare il conto. Milioni di utenti di Internet si sono, ormai, rassegnati ad essere chiamati “pirati”, che lo siano sul serio o che, invece, non lo siano affatto.

E’ per questo che fà notizia e merita qualche istante di riflessione la storia che rimbalza dalla Francia dove, Canal +, una delle più grandi emittenti televisive ha letteralmente copiato e fatto suo il format realizzato da un giovane ventitreenne britannico che lo aveva utilizzato per un video postato su YouTube dove aveva, rapidamente, raggiunto quota tre milioni di visualizzazioni.

L’emittente televisiva francese, evidentemente a corto di idee, ha pensato bene di appropriarsi del format del ventitreenne, producendo e mandando in onda una mini serie tv che la copia pedissequa – semplicemente tradotta in francese – persino nel titolo, del video postato su YouTube.

Ovviamente – si fa per dire – nessun contatto con il giovane autore e produttore britannico – pure facilmente rintracciabile grazie ai titoli di coda presenti nel video pubblicato su YouTube -, nessuna richiesta di autorizzazione o licenza né alcun “credito” o riconoscimento al vero autore del format che viene presentato ai telespettatori come una creazione, tutta francese, di Canal +.

E’ una di quelle storie – e ce ne sono tante anche nel nostro Paese – in cui ad agire da “pirati” sono i grandi che cannibalizzano la creatività espressa online da giovani talenti, senza riconoscere a questi ultimi quanto meriterebbero.

Ma, nella storia di Canal +, la vera notizia è rappresentata dalla reazione avuta dal giovane autore britannico che non ha minacciato azioni risarcitorie milionarie in danno dell’emittente televisiva né chiesto la sua testa ma, al contrario, si è limitato ad un tweet nel quale si è detto “davvero lusingato” che Canal + si sia appropriata della propria creazione ed ad un altro tweet con il quale ha indirizzato al protagonista della serie contraffatta da Canal +, un simpatico saluto.

Se il “pirata” fosse stato il giovane autore britannico, probabilmente, Canal + – al pari di ogni altra emittente televisiva – avrebbe già minacciato decine di azioni legali ed avanzato richieste risarcitorie multi milionarie, chiedendo il rapido intervento dello Stato per dettare nuove e più severe leggi contro la pirateria online.

Se a rubare sono i grandi, invece, tutto si conclude con qualche tweet e tante risate.

Forse, talvolta, i più grandi dovrebbero far tesoro degli “insegnamenti” dei più giovani.

 

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