Considerato fra i più grandi interpreti della canzone italiana, e il primo nella categoria dei cantautori, Domenico Modugno nasce a Polignano a Mare, in Puglia, in provincia di Bari. Dopo aver trascorso una gioventù in condizioni umilissime – per sbarcare il lunario svolge i lavori più disparati – tenta la strada nel mondo dello spettacolo avvicinandosi al cinema e al teatro. Da bambino, grazie al padre, impara dapprima a suonare la chitarra e poi la fisarmonica, ed è normale che sin da piccolo sogni di sfondare nel campo della musica. Dopo aver svolto il servizio militare a Bologna, nel 1949, ed essersi fatto crescere i baffi, fa il suo ritorno a San Pietro Vernotico, dove vive con la sua famiglia, iniziando a esibirsi come fisarmonicista. Le sue doti sono particolarmente apprezzate e sono in molti a chiedergli di improvvisare serenate alle ragazze, conquistandosi così la fama di fimminaru (sciupafemmine).

Ma è a Roma che vuole trasferirsi, convinto che solo lì avrà la possibilità di diventare un musicista professionista. Arrivato nella Capitale, alloggia presso il convento dei frati camaldolesi al Celio; si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia, alla scuola per attori, riuscendo anche a vincere una borsa di studio da 50 mila lire al mese. È qui che fa la conoscenza di una giovane aspirante attrice siciliana, Franca Gandolfi, figlia di un colonnello benestante, che diventerà sua moglie nel 1955. Studia intensamente, il giovane Domenico, la sera invece si esibisce presso il Circolo Artistico di via Margutta, con un repertorio di canzoni in dialetto salentino di sua composizione (come Musciu niuru, gatto nero, e Sciccareddu ‘mbriacu, asinello ubriaco) e di brani popolari. Nel film Carica Eroica,  interpreta il ruolo di un soldato siciliano che per far addormentare un bimbo, gli canta una canzone popolare di San Pietro Vernotico, Ninna nanna meglio conosciuta come Ulìe ci tene ulìe. Ed è proprio grazie all’interpretazione di questo brano che gli si spalancano le porte della radio, venendo addirittura invitato in una trasmissione, Trampolino, per presentarla.

È in questo periodo che inizia a circolare la leggenda del Modugno siciliano: sono in molti a scambiare il dialetto salentino con quello siciliano, e il cantautore, almeno in quel periodo, non smentisce, attirandosi l’astio dei compaesani di San Pietro, che con le loro orecchie ascoltano lo stesso Modugno dichiarare di essere siciliano (lui affermerà poi di averlo fatto perché costretto dai dirigenti Rai e dai discografici). Per anni, anche se Modugno nel frattempo è divenuto l’artista italiano più celebre al mondo, grazie al brano Nel blu dipinto di blu, la rabbia che provano nei suoi confronti i suoi compaesani, per quelle origini rinnegate, non sembra placarsi. Ed è solo nel 2004, a dieci anni dalla scomparsa del cantautore, che avviene la riappacificazione, quando sotto la direzione artistica di Rudi Assuntino e Gianni Torres, viene organizzata una manifestazione dedicata a Mr Volare, durante la quale gli amici di una vita, Franco Migliacci, Riccardo Pazzaglia, Gigliola Cinquetti e Maria Pia Fusco, ricordano Modugno.

Da allora, viene organizzato un evento in memoria dell’artista e rientra nell’ambito di questa manifestazione la serata che inaugurerà quest’anno il Medimex – il Salone dell’innovazione musicale promosso da “Puglia Sounds” quest’anno in programma a Bari da venerdì 6 a domenica 8 dicembre – e che si svolgerà il prossimo 28 agosto, a Polignano a Mare, a partire dalle ore 21:30: alla terza edizione di Meraviglioso Modugno prenderanno parte, tra gli altri, Daniele Silvestri, Peppe Servillo, Alessandro Mannarino, Paola Turci, Antonio Maggio, Brunori Sas, Antonio DiMartino, Niccolò Carnesi, Renzo Rubino e il sassofonista e musicologo pugliese Cristian Mele, che ha curato e trascritto per pianoforte la partitura relativa al “Tommaso d’Amalfi”, musical scritto da Domenico Modugno con Eduardo De Filippo.

Giuseppe Fiorello, nel corso della serata, riceverà la Cittadinanza Onoraria, riconoscimento che la città di Polignano a Mare gli conferisce per aver fatto rivivere il mito di “Mimmo” nella fiction Rai. Alla serata-evento, in rappresentanza di tutta la famiglia Modugno, sarà presente Marcello (il secondogenito del cantautore). Gianni Torres, regista polignanese, ricorderà, attraverso alcuni suoi video, i momenti salienti della vita dell’artista: la storica riappacificazione tra Mimmo e la sua città in un filmato del 28 agosto 1993, e un estratto del documentario “Mimmo Mimino e Mimì, ossia Domenico Modugno (prodotto da Apulia Film Commission), scritto dallo stesso Torres per la regia di Antonella Sibilia e Michele Roppo.

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