C’è chi la “percepisce”, chi la “sente”, chi la “intravede”. La fine della crisi, per molti professori, politici e politologi è a un passo, all’orizzonte, a portata di mano, dietro l’angolo. Lo è dal 2008. Per qualcuno la ripresa è una scelta mistica, è “dentro di noi”. Tutta colpa degli italiani che non se ne sono accorti.

Per Gianni Letta è nascosta sotto un paio di trolley a Fiumicino e scorrerà via lungo il nastro dei bagagli. “Dall’aeroporto riparte la ripresa del Paese” ha profetizzato (8.7.2013 – Adnkronos) inaugurando il nuovo sistema di smistamento bagagli. La rivelazione è arrivata da una delle location dell’operazione “Stive pulite” che, due mesi prima, aveva portato a 49 misure cautelari per altrettanti dipendenti accusati, giustappunto, di ripulire valigie e borsoni. Mentre Letta senior cerca la soluzione nei beauty case, Fabrizio Saccomanni la tira fuori dal taschino. “La recessione che ormai dura da due anni è finita” ha detto il 7 agosto alla Stampa. Ma come fa ad essere finita se non c’è mai stata? Non vi siete accorti di vivere “in un Paese benestante” che “i consumi non sono diminuiti e i ristoranti sono pieni” (Silvio Berlusconi, 5.11.2011, G20). Il Cavaliere la sa lunga. Lui, da Fiumicino, c’è passato prima di Letta e ha visto come stanno le cose. “Si fatica a prenotare un posto sugli aerei” disse nel 2011. Due anni prima già si era accorto che era una questione “psicologica” (20.5.2009, Il Sole 24Ore): in men che non si dica l’Italia avrebbe spiccato il volo. Concreto, il leader del Pdl. Mica come l’introspettivo Mario Monti, che lo scorso anno ha visto l’Italia “presto fuori dalla crisi” perché “la ripresa non si vede ma è dentro di noi” (5.9.2012, Tg Norba24). Così, a forza di guardare, l’ha trovata anche Michaela Biancofiore. E l’ha trovata nei fondi di caffè. “Vedo gente che alle 10 del mattino beve il cappuccino invece di lavorare” (13.11.2012, La7).

E Confindustria? Era pronta alla svolta da anni: “Nel 2009 la ripresa” annunciò il 18.9.2008 a Panorama. Salvo poi aggiustare il tiro un mese dopo. “Nel 2009 nessuna ripresa. Occorrerà attendere il 2010” (13.10.2008, Ufficio Studi). Restiamo nella Confederazione per riprendere le più attuali parole di Giorgio Squinzi: “Ripresa debole e lontana”. Le ha pronunciate il 2 luglio al convegno di Confindustria. Quando, però, ha detto la sua anche Saccomanni. Sì, sempre lui, lo speranzoso per eccellenza che, proprio lo stesso giorno agli stessi industriali garantisce: “La fine della crisi è vicina” .

Il primato dell’ottimismo, comunque, spetta sempre a lui: Silvio Berlusconi. “La crisi è alle spalle, è iniziata la risalita” riporta l’11.3.2010 Repubblica. Bene, discorso chiuso. Invece no. “Il 2011 sarà l’anno della ripresa” dice poi il 24.12.2010 a Mattino 5, in linea con Unioncamere che nella sua XVII indagine, il 30 dicembre dello stesso anno, profetizza: “Imprese, nel 2011 si consolida la ripresa”. Eppure si arriva al 2012 e tutto resta com’è. Monti è ancora lì che scruta (“Vedo la fine della crisi” dice il 20.8.2012 al Corriere della Sera) con Corrado Passera che esplora soluzioni futuristiche (“Vedo l’uscita” – 20.8.2012, Meeting di Rimini). Ancora niente. E si aggiornano le date. “Il 2013 sarà l’anno della ripresa” si corregge Monti il 20.9.2012 (Consiglio dei Ministri) seguito a ruota dal previdente Vittorio Grilli: “L’attività economica tornerà a espandersi nella prima metà del 2013” (3.10.2012, Commissione Bilancio). Alle previsioni si unisce anche Luca Cordero di Montezemolo che con il suo giudizio lapidario va direttamente in pole position: “La vera crisi è passata. Ci sono i primi segnali di ripresa” (19.11.2012, Adnkronos).

Siamo sempre nel 2012 quando si registra il timido tentativo di Massimo D’Alema di spostare la barra: “Da questa crisi si esce solo a sinistra” dice il 29.4.2012 a L’Unità. Nessuno lo ascolta. Eccetto, forse, Matteo Renzi che il 9 luglio di quest’anno a Repubblica azzarda: “Il Pd può fare uscire l’Italia dalla crisi”. Il Pd? Giorgio Napolitano non è affatto d’accordo. Secondo lui la soluzione è tra gli stand dell’Expo 2015. “E’ un’occasione per uscire dalla crisi” dice il 13.7.2013 a Villa Reale di Monza. Quindi, per il capo dello Stato, che negli anni ha lanciato una lunga serie di messaggi rassicuranti a cadenza regolare (“Supereremo la crisi” – 19.11.2012, villa Rosebery. “Supereremo la crisi” – 8.3.2013, Quirinale) l’occasione arriverà tra tre anni. Previsione un po’ troppo pessimistica. Che sia meglio aggiustare il tiro? “Ricadere nell’instabilità e nell’incertezza ci impedirebbe di cogliere e consolidare le possibilità di ripresa economica finalmente delineatesi” dice il presidente della Repubblica il 14.8.2013 al Tg2. Che la ripresa si sia delineata è un dato di fatto anche per il premier Enrico Letta per il quale, a giorni alterni, “appare finalmente all’orizzonte” (6.8.2013), o “è vicina” (21.8.2013, Ansa). Questione di punti di vista. Come quello di Flavio Zanonato: per lui “il Pil tornerà a crescere a fine 2013” (20.8.2013, Meeting di Rimini), mentre per Piercarlo Padoan dell’Ocse “la crescita si materializzerà a fine 2013 o inizio 2014”. Illusionismo? Magia? A chi piace lo spettacolo?

 

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