Rischia di perdere, in un colpo solo, tutta la simpatia degli appassionati sportivi di tutto il mondo. “Io sono a favore delle regole sui gay” ha detto Yelena Isinbayeva, campionessa russa dell’asta e uno dei volti-simbolo dell’atletica leggera femminile. La “Zarina” si schiera così contro gli atleti che criticano le nuove leggi volute da Vladimir Putin. “Noi russi siamo normali – ha spiegato la Isinbayeva – i ragazzi con le donne e le ragazze con gli uomini. Rispettate le nostre leggi”. Campionessa olimpica per due volte e mondiale per tre (l’ultimo titolo proprio nell’edizione 2013), è stata la prima donna a superare i 5 metri, detiene il record mondiale di 5,06 che in carriera ha migliorato 28 volte. Ma a questo punto potrebbe non bastare. “In Russia non abbiamo mai avuto questi problemi e non ne vogliamo avere nemmeno in futuro – ha detto – Se si permette che vengano promosse e fatte certe cose per strada, è giusto avere molta paura per il futuro del nostro Paese. Noi ci consideriamo persone normali. Viviamo soltanto uomini con donne e donne con uomini. Certi atteggiamenti e certe parole sono irrispettosi verso il nostro Paese e per i nostri cittadini. Siamo russi e forse siamo differenti rispetto agli europei. Ma abbiamo la nostra casa e tutti devono rispettarla. Quando noi andiamo negli altri Paesi, cerchiamo di rispettare le loro regole senza interferire”. E potrebbe non bastare neanche la parziale retromarcia. “L’inglese non è la mia prima lingua – dice – e penso che io sia stata fraintesa quando ho parlato ieri. Quello che volevo dire era che la gente dovrebbe rispettare le leggi di altri paesi, in particolare quando sono ospiti. Ma vorrei che fosse chiaro che io rispetto le opinioni degli altri atleti e voglio dire in termini decisi che sono contraria a qualsiasi discriminazione nei confronti delle persone omosessuali sulla base della loro sessualità”.

La Russia ha emanato, nel giugno scorso, una legge federale che vieta la propaganda di “orientamento sessuale non tradizionale ai minori”. La legge stabilisce che gli stranieri possono essere arrestati e rispediti nel proprio Paese in caso di violazione della legge. Il provvedimento aveva provocato una richiesta di chiarimenti da parte del Cio, il comitato olimpico internazionale. La saltatrice in alto svedese Emma Green Tregaro e la sprinter Moa Hjelmer, hanno gareggiato con le unghie dipinte con i colori arcobaleno – che appaiono sulla bandiera simbolo del Gay Pride – durante i turni preliminari a Mosca. Bronzo mondiale dell’alto nel 2005, Green-Tregaro ha spiegato: “Appena sbarcata a Mosca, la prima cosa che ho visto è stato un arcobaleno: ho pensato fosse un buon segno. Così ho pensato di colorare le mie unghie per dire quel che penso”. A questa decisione ha risposto la campionessa del mondo Isinbayeva, che l’ha definita “irrispettosa”. A guidare la protesta degli atleti era stato l’ottocentista americano Nick Symmonds, che aveva lanciato la campagna in un blog del magazine Runner’s World. “Questa legge non proibisce espressamente l’omosessualità ma criminalizza discussioni pubbliche sull’argomento, specie con gli stranieri: come americano, credo nella libertà di espressione in ogni campo”. 

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