Una formazione di nove navi da guerra, battente Union Jack. Lo ha annunciato in esclusiva il quotidiano londinese The Telegraph: la Royal Navy partirà lunedì 12 agosto alla volta del Mediterraneo e farà scalo a Gibilterra il 18 agosto, proprio in quelle acque da tempo contese con la Spagna. Il rischio è di acuire gli attriti col governo di Madrid, dopo settimane di tensioni sui controlli alla dogana. Ma il ministero della Difesa di Londra, tramite un suo portavoce, ha voluto precisare che lo scalo è stato previsto da tempo. Insomma, tutto nella norma – come confermato anche da Madrid – trattandosi di esercitazioni abitudinarie che la marina britannica compie ogni anno nella acque del Mediterraneo.

La notizia dell’arrivo della Royal Navy segue di pochi giorni la dichiarazione del capo del governo di Gibilterra, Fabian Picardo, che, in aperta provocazione nei confronti di Madrid, aveva chiesto l’invio di navi militari britanniche contro le incursioni spagnole nelle acque territoriali de El Peñón. Una casualità che certo non fa dormire sonni tranquilli ai llanitos (i gibilterrini). Secondo il giornale londinese lo spiegamento navale – denominato Cougar 13 – è composto da quattro navi da guerra e cinque imbarcazioni di appoggio, che scorteranno la portaerei Hsm Illustrious verso il porto iberico di Rota (Cadice). Fonti diplomatiche spagnole hanno spiegato che le autorità britanniche hanno chiesto il permesso qualche giorno fa per fare scalo a Rota, permesso che è stato accordato. Un portavoce di Downing Street ha assicurato all’agenzia di stampa iberica che il primo ministro David Cameron aveva informato Mariano Rajoy dell’arrivo della Royal Navy, durante la conversazione telefonica avvenuta tra i due mercoledì.

Una chiacchierata definita da entrambi “costruttiva”, ma che finora non è riuscita ad arginare la querelle scoppiata a causa dei 70 blocchi di cemento armato gettati al largo della costa della Rocca, nella baia di Algeciras, che hanno messo ko i pescherecci iberici in quel tratto di mare. “Inaccettabile”, aveva detto il premier spagnolo in merito alla vicenda. E lo ha ribadito ancora venerdì, nel vertice con il re Juan Carlos I, aggiungendo che il Paese “prenderà delle misure uniche ed esclusivamente legali per difendere gli interessi dei cittadini spagnoli”. Tra le possibili “misure legali”, secondo quanto riferito dallo stesso Rajoy, ci sarebbero i rigidi controlli alla frontiera, già attivati, che hanno inasprito i rapporti con Gibilterra e il Regno Unito, ma anche un controllo a tappeto di possibili “irregolarità fiscali” dei cittadini gibilterrini che hanno delle proprietà oltrefrontiera.

Frattanto il partito socialista ha chiesto al ministro degli Esteri José Manuel García-Margallo, di presentarsi in Parlamento per dare una spiegazione sull’attuale crisi diplomatica e sulla proposta di introdurre una tassa di accesso per varcare il confine della Rocca. Se è vero che l’ultimo episodio di tensione è uno dei più gravi degli ultimi anni, e anche vero che è improbabile che Spagna e Regno Unito, che collaborano in seno alla Nato e all’Onu, possano arrivare a un vero scontro. Tanto più che tra i due litiganti c’è Bruxelles a vigilare: la Commissione europea ha proposto a Madrid una “missione tecnica” per osservare “sul campo” i controlli alla dogana e porre fine alla polemica del blocco eccessivo denunciato con una relazione, giunta martedì sul tavolo dell’Ue, dal governo di Gibilterra, ma anche da alcuni eurodeputati britannici che hanno ripreso con un telecamera le lunge code alla frontiera. La proposta è arrivata tra l’altro il giorno dopo la decisione di Bruxelles di organizzare un incontro, forse a settembre o ottobre, per mediare nella crisi diplomatica tra le due Corone.

@si_ragu 

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