Alta tensione a Niscemi fra manifestanti e forze dell’ordine per la realizzazione del Muos . Dopo un pacifico corteo di 4 chilometri, nel tardo pomeriggio i circa 1.500 dimostranti No-Muos sono arrivati davanti alla base militare Usa e sono venuti in contato con le autorità. Nei tafferugli è rimasto ferito a una gamba un militare della Guardia di finanza, mentre metà dei manifestanti ha divelto la recinzione ed è entrata all’interno della base, dove da ieri sera, appollaiati sui tralicci, ci sono dieci attivisti. La prova di forza ha allontanato l’altra metà del corteo, che presto ha cominciato a defluire. Chi aveva superato la recinzione si è poi diretto verso la vecchia base, lontano dal cantiere dei lavori. 

Fino alle 18.40 non c’erano state avvisaglie di scontri: il corteo gridava slogan contro gli Usa e contro il governatore Rosario Crocetta, con le “Mamme No-Muos” che srotolavano striscioni con su scritto “diritto alla salute”. Poi il contatto con le forze dell’ordine, seguito al lancio di fumogeni. Nel trambusto alcuni attivisti hanno tagliato la recinzione e poi, con una corda legata a un palo, l’hanno divelta riuscendo a inoltrarsi nella base mentre calavano le prime ombre della sera. La manifestazione di oggi, secondo la previsione degli organizzatori, doveva portare a Niscemi almeno cinquemila persone: ne è arrivato un terzo. Il 10 marzo scorso, invece, erano diecimila. Il clima vacanziero e la canicola agostana hanno scoraggiato i più.

Per i manifestanti il grande “imputato” è il governatore siciliano Rosario Crocetta, per otto anni sindaco antimafia della vicina Gela, l’uomo che solo qualche mese fa aveva sfidato l’amministrazione Usa ritirando l’autorizzazione ai lavori per il completamento del sistema satellitare voluto dalla Marina militare statunitense. Il permesso era stato concesso nel giugno 2011 dal suo predecessore Raffaele Lombardo, nonostante contrada Ulmo – dove sorge il sistema satellitare – faccia parte della riserva naturale “Sughereta”. Il veto posto da Crocetta aveva avuto l’ok del Tar e si aspettava il pronunciamento dell’organo d’appello dei giudici amministrativi, il Cga; ma un mese fa, qualche giorno prima che le toghe si riunissero, Crocetta aveva ritirato l’esposto, sottraendo ai magistrati la materia del contendere. La ragione, aveva spiegato il governatore, sta nelle analisi condotte dall’Istituto superiore di sanità, che ha stabilito la non pericolosità dell’impianto per la salute. Perseverare su questa strada avrebbe significato, secondo Crocetta, rischiare una multa salatissima: 25 mila euro per ogni giorno di stop del cantiere. 

La mossa del governatore è stata vissuta come un tradimento dai No-Muos, in testa le mamme, che per mesi hanno vigilato giorno e notte davanti alla recinzione dell’impianto. “Crocetta ci ha preso per cretini ma noi non ci fermiamo. Lui ha avuto paura e si è ritirato. Noi lottiamo per i nostri diritti e la salute dei nostri figli”, dice Maria Concetta Gualato, coordinatrice delle mamme No-Muos. Nel corteo spiccano gli striscioni “Fermarlo è possibile, tocca a noi farlo” e “Crocetta porta la Sicilia alla guerra”. Alla manifestazione oltre a esponenti di diversi partiti di sinistra, hanno partecipato i sindaci di Niscemi, Pozzallo, Caltagiorne, Acate, Piazza Armerina. Il primo cittadino di Niscemi, Francesco La Rosa (che attende l’esito di un ricorso al Tar presentato dal suo predecessore) dice di sentire “la solidarietà della gente”; mentre gli esponenti del M5S all’Ars, Giampiero Trizzino e Giancarlo Cancelleri, non escludono la “presentazione di una mozione di sfiducia al presidente della Regione, non solo – sottolineano – per la vicenda Muos”.

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