Il Washington Post sta vendendo il giornale che la famiglia Graham ha posseduto per otto decenni. E il nuovo proprietario è sorprendente quanto la decisione di vendere. Si tratta di Jeff Bezos, il tycoon che ha creato il gigante Amazon, il più grande sito di commercio elettronico dove si può trovare tutto ciò che si desidera.

L’ascesa di Internet e il cambiamento epocale dalla stampa alla tecnologia digitale hanno creato una massiccia concorrenza per le imprese di notizie tradizionali. E anche il Washington Post ne ha risentito. Nonostante sia una delle fonti di notizie più popolari online, la circolazione del cartaceo si è ridotta perdendo negli ultimi anni il 44% delle entrate. Ciò ha indotto la famiglia Graham a vendere.

L’accordo rappresenta una svolta sorprendente per il Post, giornale leader di Washington per decenni e punto di riferimento nel plasmare la politica e la politica della nazione. Una vera e propria istituzione a Washington. Famoso per le sue storie sullo scandalo Watergate e recentemente per le informazioni circa i programmi di sorveglianza del National Security Agency.

Così Bezos, un uomo senza esperienza diretta nel giornalismo, possiede oggi uno dei marchi più importanti del giornalismo stesso. E dopo il recentissimo acquisto del Boston Globe da parte di John Henry, proprietario dei Red Sox, anche un altro miliardario ha puntato una parte del suo patrimonio – 250 milioni di dollari – su un quotidiano. Da sempre infatti squadre sportive e editoria sembrerebbero i modelli di investimento preferiti dai miliardari.

La notizia della cessione di uno dei più prestigiosi quotidiani mondiali, segna così il passaggio in una nuova epoca per il giornalismo. L’importanza simbolica dell’acquisizione non è sfuggita a nessuno. E Andrew Leonard del Salon ha intitolato così l’affare: “L’Iceberg che salva il Titanic”.

Ma ci si chiede per quale motivo Bezos si sia voluto lanciare in questo nuovo progetto? Il New York Times sostiene che possa essere un modo per ottenere una influenza politica e contare di più a Washington. Da ricordare che il profilo politico di Bezos aumentò improvvisamente quando lui e sua moglie accettarono l’anno scorso di donare 2,5 milioni dollari per supportare un referendum che legalizzasse il matrimonio omosessuale nello stato di Washington. Grazie alla donazione sono ora ai vertici dei finanziatori dei diritti dei gay nel paese e hanno reso Washington uno dei primi Stati ad approvare il matrimonio omosessuale grazie al voto popolare.

Forse dovremmo guardare l’affare come l’ambizione di un uomo che sta cercando di cambiare completamente il modo in cui le persone e le aziende distribuiscono, acquistano e consumano praticamente tutto. Gli ottimisti sperano che possa dare una scossa alla carta stampata e rivitalizzarla. Magari tentando di fare per il giornalismo ciò che ha fatto con Amazon. Cambiando il modo di fare giornalismo e leggere i quotidiani. Sicuramente il visionario Bezos troverà il modo di farlo. Magari portando i vecchi media ad un futuro più redditizio.

La Repubblica tradita

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