Non c’è tregua per Saipem, dopo l’annuncio di una perdita da 575 milioni nei primi sei mesi dell’anno e l’arresto dell’ex direttore generale Pietro Varone nell’ambito dell’inchiesta per le tangenti in Algeria. L’ultima brutta notizia arriva dalla Consob, che ha aperto un procedimento di contestazione del bilancio 2012 per “non conformità ai principi contabili internazionali”, segnalando 630 milioni di perdite non contabilizzate.

L’Authority ha concentrato l’attenzione su otto commesse, ipotizzando per cinque di queste una perdita di 500 milioni che andava contabilizzata sul bilancio 2012 e non sulla semestrale come è invece avvenuto. E ha identificato per le rimanenti tre commesse “profili di criticità” che farebbero ritenere l’esistenza di margini negativi da rilevare nei bilanci 2012 per circa 130 milioni. Non solo. La Consob contesta a Saipem che l’allarme sugli utili lanciato lo scorso 29 gennaio, al quale seguì un crollo del titolo in Borsa del 34%, fu reso noto al mercato in ritardo, avviando l’iter sanzionatorio. Analogo procedimento è stato avviato anche in relazione alle modalità di tenuta del registro delle persone che hanno accesso alle informazioni privilegiate.

La Consob deciderà se comminare una sanzione al termine del procedimento, dopo aver ascoltato le difese della società. L’avvio dei procedimenti segue gli accertamenti di cui la società è stata oggetto dopo l’allarme sugli utili dello scorso gennaio, a cui ne è seguito un altro altrettanto drastico a metà giugno. La Consob, oltre a richiedere informazioni e documentazione, aveva infatti svolto un’ispezione durata quattro mesi presso la società per capire come si fosse arrivati al taglio delle stime e per cercare le falle che avevano permesso all’informazione dell’imminente allarme utili di arrivare al fondo Blackrock, indiziato di aver venduto il 2,3% del capitale alla vigilia della diffusione della notizia.

All’esito dell’ispezione Consob ha inviato a Saipem una prima “contestazione”, il 19 giugno scorso, riguardante “le modalità di tenuta” del registro delle persone che hanno accesso alle informazioni price sensitive e l’omissione o tardivita o incompletezza di alcune iscrizioni da parte della società”. Il giorno successivo è arrivata una “contestazione” all’indirizzo del collegio sindacale per la violazione dell’obbligo di denunciare a Consob “senza indugio le irregolarità riscontrate nel corso dell’attività di vigilanza” in relazione ad alcuni fatti, emersi tra il giugno del 2011 e il settembre del 2012, che avevano portato i sindaci a richiedere una verifica.

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