Adesso che Berlusconi non c’è più, le forze – diciamo così – progressiste si accorderanno in un modo o nell’altro per non lasciare nelle mani della destra l’Italia nel suo momento più delicato?

Sarebbe logico, certo: ma non è un paese logico quello in cui un malfattore riesce a restare a galla vent’anni con la complicità o la tolleranza di mezza Italia “perbene”; per cadere alla fine non per l’iniziativa politica di chicchessia ma per esclusivo merito della magistratura.

Un piccolissimo segnale di speranza l’ha dato quel senatore M5S che (suscitando le ire del capo, ma l’interesse di molti colleghi del suo partito) non ha escluso un governo sostenuto da M5S e Pd, basato sulla società civile e con un minimo ma preciso programma d’azione.

Qua potrebbe tornare d’attualità la proposta (di aprile) di un governo d’emergenza democratica, basato sulla società civile. Su esso “passata la fase psichiatrica, scrivevamo allora, potrebbero utilmente convergere le forze e rivoluzionarie e riformiste presenti nell’attuale crisi”.

La “fase psichiatrica” è probabilmente in uno stadio meno acuto di prima fra i cinquestelle, ma si è ulteriormente aggravata nel Pd. La crisi, nel frattempo, ha però superato ogni livello di guardia, mettendo in pericolo la stessa esistenza della Repubblica. Perciò bisogna partire subito, volenti o nolenti, con quel che c’è.

* * *

Ed ecco il tipo di governo che proponevamo allora, e che – con poche varianti – è ancora più logico, urgente e indispensabile adesso. Fra parentesi, i rispettivi partiti politici, o soggetti della società civile, di riferimento. Alcuni di essi possono a prima vista sembrare obsoleti o addirittura scomparsi, ma una riflessione più approfondita potrebbe destare qualche sorpresa.

– Presidente del Consiglio dei Ministri Rodotà (Sinistra Indipendente);

 – Tesoro e Finanze: Fabrizio Barca (finora Pd);

– Economia: Mario Giarrusso (M5S)

– Interni: Giuseppe Linares (Dia)

– Esteri: Claudio Fava (Sel);

– Difesa: gen. Salvatore Rampulla (lista Accorinti, Messina)

– Grazia e Giustizia: Gustavo Zagrebelsky (Libertà e Giustizia);

– Lavoro: Maurizio Landini (Fiom);

– Pubblica Istruzione: Dario Fo (Nobel)

– Università e Ricerca: Nando dalla Chiesa (Libera);

– Tecnologie: Casaleggio (M5S);

– Sanità: Gino Strada (Emergency);

– Enti Locali: Walter Tocci (Pd)

– Comunicazioni: Giuseppe Giulietti (Articolo 21);

– Rapporti col Parlamento: Giuseppe Civati (Pd)

– Beni Confiscati: Ingroia (Coordinamento Antimafia Palermo).

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