La Corte dei Conti lancia un avvertimento alle Ferrovie dello Stato. “Si segnala che, se dal punto di vista industriale Trenitalia sembra ormai aver risanato la sua gestione, occorre ora far fronte alla sua strutturale debolezza patrimoniale“, spiega la relazione sulla gestione 2011, sottolineando che “a fronte di un indebitamento complessivo di circa sei miliardi di euro, si ribadisce la necessità di intraprendere iniziative per non mettere a rischio la continuità aziendale”.

Nel documento emerge poi che in tale esercizio “è stato confermato il percorso di allineamento con gli obiettivi strategici e gestionali definiti nel piano di impresa della società”. Mentre quanto alla questione della liberalizzazione del trasporto, la Corte evidenzia l’esigenza che siano ridefinite regole comuni valide per tutti i Paesi membri dell’Ue, da adottarsi con norme regolamentari, che abbiano diretta incidenza innovativa nei singoli ordinamenti.

Tornano quindi i riflettori sul gruppo ferroviario, che ha deciso di indebitarsi annunciato a marzo una maxi emissione di bond da 1,5 miliardi, per far fronte agli oltre 2 miliardi di crediti accumulati verso la pubblica amministrazione. E il programma di emissioni obbligazionarie, secondo indiscrezioni della stampa, potrebbe raggiungere i 4 miliardi. Non è quindi una sorpresa l’allarme della Corte dei Conti, nonostante il gruppo abbia chiuso il 2012 con un utile pari a 380 milioni di euro, superando i 285 milioni registrati nel 2011.

Un avvertimento era già stato comunicato all’inizio di luglio dall’agenzia di rating Fitch, che ha assegnato al gruppo il rating BBB+ con prospettive negative, sottolineando che è pronta ad abbassare il giudizio in caso di “un calo del sostegno finanziario pubblico”. E smentendo così le parole dell’amministratore delegato Mauro Moretti, che pochi giorni prima aveva annunciato: “Siamo passati da azienda tecnicamente fallita a una delle migliori in Europa, da azienda di Stato ad azienda punto e basta”.

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